Che cos’è l’avvento di Natale e perché si festeggia? Per molti è associato all’ormai celebre calendario dell’avvento, nato nei Paesi di lingua tedesca per accompagnare il periodo di attesa della festività da parte dei bambini – tradizione che nel tempo si è diffusa in tutto il mondo, coinvolgendo anche gli adulti -, ma in realtà ha un significato religioso: si tratta della preparazione alla venuta del Signore, cioè la nascita di Cristo, il 25 dicembre, e segna l’inizio dell’anno liturgico cristiano.

Che cos’è l’avvento di Natale per la religione cristiana

Nella lingua latina la parola “avvento” significa “venuta” ed è usata nel rito cristiano per indicare il tempo liturgico che precede il Natale, cioè la venuta del Signore: un periodo di quattro settimane che comincia dalla domenica più vicina alla festa di S. Andrea (30 novembre) e che nel 2022 capita, quindi, il 27 novembre. Inizialmente, verso la metà del IV secolo, era per i cristiani un periodo di digiuno, osservato solitamente tra l’11 novembre e il 6 gennaio, esclusi i fine settimana: quaranta giorni di astensione dal cibo, corrispondenti a quelli che precedono la Pasqua.

Poi, dal VII secolo, si iniziò a fare riferimento alle quattro settimane precedenti al Natale, parlando di tempus ante natale Domini (tempo che precede la nascita del Signore) o tempus adventūs Domini (tempo della venuta del Signore). Fu Papa Gregorio Magno a fissare le domeniche di avvento per la Chiesa occidentale in quattro feste, le quali simboleggiavano i quattromila anni che gli uomini, secondo l’interpretazione dell’epoca, dovettero attendere per la venuta del Salvatore dopo aver commesso il peccato originale. Con il periodo dell’avvento ci si prepara quindi al Natale, in cui si ricorda la prima venuta del figlio di Dio tra gli uomini e, al contempo, l’attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi.

Dal significato liturgico al calendario dell’avvento

L’attesa simbolica rappresentata dal tempo liturgico dell’avvento cristiano ha iniziato ad accompagnarsi, negli anni, con tradizioni di tipo più consumistico. Le quattro settimane che precedono il Natale sono infatti anche quelle in cui gli addobbi e le lucine natalizie cominciano a comparire sulle vetrine dei negozi, per strada e nelle case, insieme agli alberi e alle decorazioni, dando il via al tradizionale countdown. Per farlo molti si affidano al calendario dell’avvento che, secondo la tradizione, fu inventato da un editore protestante di nome Gerhard Lang, originario di Maulbronn, nel 1908.

Al tempo in Germania si usava già aspettare il Natale facendo 24 piccoli pacchettini da scartare, uno al giorno, dal 1 al 25 dicembre, soprattutto per permettere ai bambini di accompagnare in modo giocoso l’attesa delle feste. Lang fece qualcosa in più: preparò un calendario con un disegno per ogni giorno e l’anno seguente introdusse il dettaglio delle finestrelle, come è ancora d’uso oggigiorno, dal cui interno spuntavano angeli o piccoli Gesù Bambino da ritagliare e assemblare, successivamente sostituiti da dolcetti e cioccolatini.

Il calendario si diffuse a perdita d’occhio, conquistando prima i Paesi protestanti e poi anche quelli cattolici. Negli anni dei regimi totalitari, furono addirittura sfruttati per fare propaganda: durante il nazismo, ogni finestrella nascondeva un simbolo del “grande Reich”, mentre nella Repubblica democratica tedesca, durante la Guerra Fredda, dietro le caselle si celevano sonde sovietiche, come lo Sputnik, o personaggi come Jurij Gagarin, il famoso astronauta sovietico.

Oggi ne esistono di tutti i tipi, per grandi e piccoli: al fianco di quelli tradizionali riempiti di cioccolatini o tisane, ci sono le versioni “alcoliche” per gli adulti, oppure quelli che contengono prodotti di beauty come trucchi o profumi. Ma ci sono anche interi edifici che, ogni anno, si trasformano in veri e propri calendari, con le finestre decorate come se si trattasse di caselle da aprire. Insomma, ce n’è per tutti i gusti!