Opaco, poco elastico, poco energico e quasi irriverente. Qualcuno parla di postumi di infortunio, tipo la pubalgia, ma è solo una scusa per giustificare quanto di brutto sta facendo negli ultimi due mesi. E’ il periodo nero di Dusan Vlahovic, l’attaccante che la Juve, proprio un anno fa quasi, ha pagato 70 milioni di euro alla Fiorentina..

Che sia un bravo giocatore, giovane e con ampi margini di crescita, nessuno lo mette in dubbio, ma che sia già un super top-player stile Haaland (i paragoni che sono stati fatti in tempi recenti) beh, ce ne passa.

Quella tra Brasile e Serbia era la partita più attesa in questa prima settimana di Mondiale, il match di maggior livello.

Lo era in particolare per i tifosi della Juventus, che aspettavano di vedere in campo Danilo, Alex Sandro, Bremer, Kostic e Vlahovic. Di questi solo in tre sono stati impiegati. I due terzini, titolari indiscussi del Brasile e Vlahovic, appunto, subentrato nel secondo tempo. E già questo dovrebbe far riflettere parecchio.

Alla fine, hanno vinto i sudamericani, con un netto 2-0. Si, perché anche nelle prestazioni individuali, Alex Sandro e Danilo possono essere soddisfatti dai primi 90 minuti del loro Mondiale. A differenza del centravanti serbo della Juve, apparso abulico e in estrema difficoltà nella mezz’ora che gli ha concesso il ct Stojkovic.

Vlahovic Brasile infortunio. Dusan che fallimento

La voglia era tanta, non capita spesso di giocare un mondiale, ma non se ne è accorto nessuno. La rovesciata non andata a buon fine appena è entrato sembrava presagire qualcosa di buon, ma poi il nulla più totale: impreciso, poco lucido, abulico e spaesato. La prestazione di Vlahovic si può riassumere così.

Non era certo semplice entrando al 65esimo quando la Serbia era già sotto 1-0 e con il Brasile che piano piano stava prendendo sempre più il controllo della partita. Stojkovic lo ha mandato in campo proprio per provare a ribaltare la situazione.

Missione fallita per Dusan, che nei pochi palloni toccati, sbaglia quasi sempre tecnicamente lo stop o il controllo successivo. Quasi fosse un altro giocatore rispetto a quello che ha acquistato la Juventus un anno fa circa.

La Juve comincia a interrogarsi

Doveva essere il momento della rinascita. D’altronde ha passato l’ultimo mese fuori e riprendendo con calma proprio per non mettere a rischio la sua partecipazione al mondiale, ma se questi sono i risultati allora diventa quasi un mistero la sua prestazione nella sua prima gara al mondiale. L’ultimo gol, l’ha segnato il 15 ottobre, poi il nulla e lo stop a causa degli adduttori.

E’ quasi il sintomo che ancora l’attaccante della Juve sia ben lontano dalla migliore condizione, ma, al di là dell’infortunio e delle sei reti stagionali, è un altro giocatore rispetto a quello visto a Firenze e nei primi sei mesi di Juve. Si è azzardato che il giocatore serbo ancora sia alle prese con la pubalgia, una forma leggerissima (almeno secondo i medici bianconeri), ma sembra più una giustificazione che altro, soprattutto per quello che si è visto in campo fino ad ora.

C’è ancora tempo per provare ad aggiustare la situazione e cambiare la storia di questo Mondiale, per Vlahovic e per la Serbia, che ha bisogno del suo centravanti. Ma anche per la Juve che lo aspetta a braccia aperte e spera che questo sia solo un momento brutto e soprattutto passeggero.