Taiwan elezioni 2022, il 26 novembre al voto. Saranno chiamati alle urne quasi 20 milioni di cittadini, per un’elezione particolarmente sentita per le sorti della Nazione.

Taiwan elezioni 2022, il 26 novembre al voto

Taiwan torna alle urne domani per le elezioni locali che decideranno il futuro delle 22 città e contee dell’isola rivendicata dalla Cina come parte del proprio territorio nazionale. Complessivamente, saranno chiamati alle urne 19,3 milioni di taiwanesi, tra cui 760mila per la prima volta al voto, che dovranno eleggere i loro candidati in 11.023 posizioni delle amministrazioni locali di Taiwan, secondo i dati forniti dalla Commissione Elettorale Centrale. Alle elezioni amministrative si aggiunge il referendum sull’abbassamento dell’età per il diritto di voto, e l’esito delle urne servirà a tastare il polso dell’elettorato a poco più di un anno dalle presidenziali del 2024.

L’importanza del Sindaco di Taipei

I riflettori saranno puntati, in particolare, sulla corsa alla carica di sindaco di Taipei, la capitale, vista tradizionalmente come un trampolino di lancio verso la presidenza e per cui si presentano dodici candidati.

Le tensioni con la Cina

Le elezioni locali hanno a che vedere principalmente con la lotta alla pandemia di Covid-19, l’economia e le questioni sociali, ma sullo sfondo rimangono le tensioni con la Cina, culminate ad agosto scorso con le imponenti esercitazioni militari cinesi dopo la visita sull’isola della speaker della Camera dei Rappresentanti Usa, Nancy Pelosi: la stessa presidente di Taiwan è scesa in campo per convincere gli indecisi a votare i candidati del Partito Democratico-Progressista, e per votare al referendum sull’abbassamento a 18 anni (dai 20 attuali) dell’età per avere diritto al voto, e sull’abbassamento, sempre a 18 anni (dai 23 attuali) per potersi candidare a una carica pubblica. Il quesito referendario è visto con attenzione dalla Cina: Pechino sospetta che la proposta di emendamento della Costituzione faccia parte di uno schema che prevede altre modifiche future in chiave “separatista” come, per esempio, l’eliminazione della dicitura “Repubblica di Cina” per identificare Taiwan.

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