Il Bitcoin “è una scommessa senza alcun valore intrinseco”. Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, definisce così la criptovaluta internazionale durante un suo intervento al Salone dei Pagamenti. Visco rimarca dunque la distinzione tra i Bitcoin e le Stable coin, “che hanno dietro una base di attività reali e finanziarie e valute a corso legale”. I Bitcoin rappresentano dunque un rischio per chi investe i propri risparmi.

Possiamo proibire le scommesse se il Parlamento lo decide, se invece c’è piacere per il gioco si giochi, ma stiamo attenti.

Bitcoin, Visco: “Disciplinarne la diffusione”

Non è la prima volta che gli esponenti di Bankitalia mettono in guardia sulle criptovalute. In una sua intervista a maggio 2022, lo stesso governatore della Banca centrale aveva espresso delle considerazioni in merito. Visco aveva manifestato la necessità di definire una nuova regolamentazione per tenere sotto controllo il fenomeno.

A seconda delle loro caratteristiche, le criptoattività possono quindi presentare diversi livelli di rischiosità, di cui la regolamentazione, nel disciplinarne la diffusione, deve tenere conto.

Secondo Visco, l’unico strumento in circolazione privo di tali rischi è “il contante emesso della Banca centrale”. Anche in una eventuale forma digitale, che “rappresenterebbe un’ancora per la fiducia del pubblico nella moneta” e “fungerebbe da complemento al contante e ai mezzi di pagamento elettronici esistenti, nonché allo sviluppo privato di strumenti digitali affidabili”.

Bitcoin, la Commissione europea: in arrivo regole comunitarie

Le criptovalute rappresentano un mercato da miliardi di dollari e stanno prendendo sempre più piede nell’economia globale. Il nostro Paese non fa eccezione: in un’indagine del 2021 il 18% degli italiani aveva dichiarato di possedere Bitcoin, un numero che non può che essere destinato a crescere. Solo l’8% di loro, tuttavia, afferma di “saperne molto” sull’argomento.

Un regolamento sui mercati delle cripto è al vaglio della Commissione europea, con l’obiettivo di fare un passo avanti nell’arginare i pericoli delle criptovalute: l’organo esecutivo dell’Unione Europea ha proposto di stilare regole comuni per l’emissione e l’offerta al pubblico, ma anche requisiti per la prestazione di servizi a esse collegati.

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