L’influenza aviaria ha raggiunto anche la Svizzera che già la scorsa settimana aveva notificato i primi due casi di malattia in un allevamento privato nel Canton Zurigo e ora l’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV) ha ordinato d’intesa con i Cantoni, delle misure di protezione in tutto il Paese. Le prescrizioni, valide per gli avicoltori, scatteranno il prossimo Lunedì 28 Novembre.

L’obiettivo fondamentale, si legge in un comunicato diffuso Giovedì scorso, è quello di evitare il contatto tra uccelli selvatici e pollame domestico. Per garantire che questo non accada, dall’USAV sono partite le prescrizioni per tutti gli avicoltori svizzeri, che dovranno limitare l’uscita del pollame da cortile a un’area protetta dagli uccelli selvatici, evitando che si abbeverino nei bacini d’acqua presenti negli allevamenti. Queste “oasi” dovranno quindi essere eventualmente protette con recinzioni o reti a maglie strette.

Il virus dell’influenza aviaria sta infatti avanzando in gran parte dell’Europa, negli ultimi due anni sono stati riscontrati oltre 6.000 casi tra gli uccelli selvatici. E quest’anno la malattia è stata individuata in centinaia di esemplari anche durante il periodo estivo ciò aumenta il rischio che gli uccelli selvatici aumentino la diffusione di una malattia infettiva, in un territorio più o meno esteso, a un gran numero di animali della stessa specie o di specie diverse, ed eventualmente anche all’uomo.

Influenza aviaria misure di protezione: “accesso agli animali solo se necessario”

Gli allevatori dovranno inoltre, tenere i polli separati da oche e anatre e impedire che il virus entri attraverso le persone nelle aziende detentrici.

“Pertanto, scrive l’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria, si dovrà limitare l’accesso agli animali allo stretto necessario e allestire una stazione igienizzante, indossando scarpe e vestiti puliti e lavando e disinfettando sempre le mani prima di entrare nel pollaio”.

Il ceppo del virus in circolazione (H5N1) è, secondo le attuali conoscenze, trasmissibile all’essere umano solo in casi estremamente rari e solo in caso di contatto molto stretto. “Prodotti a base di pollame, come carne di pollo e uova, possono essere consumati senza timore” sottolinea l’USAV, che invita però a non toccare uccelli selvatici trovati morti che devono essere segnalati al guardiacaccia, alla polizia o al servizio veterinario in modo che siano loro ad occuparsene. Questi animali vengono sottoposti a test per la ricerca del virus dell’influenza aviaria ed è per questo necessario segnalare gli uccelli selvatici rinvenuti affinché essi provvedano a recuperarli e a far eseguire le analisi.

Vietati i mercati e le esposizioni di pollame 

Con i provvedimenti appena entrati in vigore saranno vietati anche tutti i mercati e le esposizioni di pollame. Queste misure verranno applicate “sia alle aziende detentrici di animali da reddito sia agli allevamenti amatoriali almeno fino al 15 Febbraio 2023”, ha fatto sapere l’USAV.

Il virus ha mutato le sue caratteristiche nel corso del tempo e colpisce un numero sempre maggiore di specie di pollame e di uccelli. “Questo aumenta anche il rischio che gli uccelli selvatici introducano il virus nel Paese e il pericolo non è più limitato alle zone intorno agli insiemi di acque. Il rischio è particolarmente elevato in questo momento poiché gli uccelli migratori provenienti dall’Europa nordorientale arrivano nel nostro Paese per svernare” spiega l’USAV.

Anche altri Paesi europei sono sempre più a rischio contagio e diffusione dell’influenza aviaria come in Francia che dal primo Agosto ha visto più di 770.000 anatre, polli e galline ovaiole abbattuti a causa della malattia.

Il precedente focolaio del virus negli allevamenti francesi, era arrivato tra la fine di Novembre 2021 e la metà di Maggio 2022 e aveva portato all’abbattimento, anche preventivo, di circa 21 milioni di uccelli, un livello mai visto prima.