Filippo Volandri torna a parlare del cammino azzurro in Coppa Davis che nel prossimo impegno affronterà il Canada. Il capitano della Nazionale ha voluto sottolineare il grande impegno di tutta la squadra e soprattutto lo spirito di gruppo che sta guidando il cammino degli italiani; nel mezzo la speranza di recuperare un Matteo Berrettini che sta facendo di tutto per esserci.
Procedendo per ordine, l’analisi di Volandri è partita dalla sfida contro i canadesi:
Con il Canada sarà ovviamente durissima. Auger è un gran giocatore e quest’anno ha trovato anche quella continuità che gli era mancata. Shapovalov invece è un talento incredibile che quando si accende è un fenomeno, ma è molto più discontinuo. Sul tema della gestione delle energie e delle emozioni sarà importantissima questa giornata off, per far capire ai ragazzi che ancora non abbiamo fatto nulla e per riportare quella giusta tensione che avevamo prima degli USA; poi per giocatori come Fabio e Simone sarà importante il giorno extra per recuperare. Ovviamente cercheremo di preparare per bene la partita, a me piace studiare i nostri avversari e capire come impostare le partite.
Coppa Davis, Volandri prepara il Canada puntando sul gruppo
Procedendo all’aspetto tecnico-mentale, Volandri si è poi soffermato sull’importanza del gruppo:
Con i ragazzi ho un rapporto che si estende lungo tutto il corso dell’anno. Abbiamo una chat con i ragazzi in cui ci sentiamo durante l’anno e con i ragazzi ho un rapporto personalizzato, ci sentiamo spesso e con ognuno ho un approccio diverso; chiaramente con Fabio (Fognini) non posso pormi come con Muso (Musetti). Un altro aspetto che si collega con quello precedente è quello di fare sentire importanti tutti, anche quando non ci sono. Ad esempio Sonego a Bologna non era convocato, ma per me continuava a fare parte del gruppo; anche se fisicamente non c’era era come se ci fosse. E lo stesso vale oggi con Jannik; lui oggi non è con noi ma ci sentiamo tutti i giorni via chat. Poi cerco di farmi aiutare, c’è una squadra di tecnici, psicologi e preparatori atletici a cui mi appoggio.