Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha risposto ad alcune domande dal quartier generale di Bruxelles in vista del prossimo Consiglio degli Esteri che si svolgerà il prossimo 29-30 novembre a Bucarest, in Romania. Al quesito chiave sui futuri piani dell’Alleanza nel dossier in Ucraina, Stoltenberg ha ribadito che l‘unico interesse “è continuare a sostenere l’Ucraina nella difesa contro l’invasione della Russia, dal momento che non ci sarà una pace duratura in Europa se la Russia vincerà la guerra”.

Un messaggio che arriva al termine di una settimana ricca di dichiarazioni importanti e non sempre concordi: da un lato l’annuncio di qualche difficoltà nel mantenere il ritmo di rifornimenti di armi e munizioni verso Kiev, dall’altro il timore che il conflitto possa estendersi temporalmente ancora a lungo.

Stoltenberg (Nato) prepara il Consiglio di Bucarest

Per il segretario Nato Stoltenberg, tuttavia, non esistono alternative poiché “sostenere l’Ucraina è il modo migliore per aumentare le possibilità di una soluzione pacifica. Incalzato poi sulla possibilità che Kiev entri a far parte dell’Alleanza, il leader della Difesa occidentale ha chiosato dicendo che “la porta della Nato è aperta” e che la questione dovrebbe essere approfondita nel futuro incontro con il ministro degli Esteri ucraino Kuleba. Tuttavia, ha riconosciuto che “il focus più urgente è continuare a fornire sostegno pratico“, altrimenti qualsiasi discorso sarà vano. Rimane aperto anche il discorso in merito all’invio dei sistemi antiaerei Patriot alla Polonia, dopo il recente disastro missilistico, ma la decisione a riguardo “spetta solo alla Germania, fornitrice dell’equipaggiamento”.

Tra i temi posti dalla stampa anche il rapporto tra Occidente e Cina dal punto di vista economica, in virtù dello scioglimento dei legami con la Russia specialmente lato energetico. Stoltenberg non considera la Cina un avversario temibile, nonostante la sua forte presenza militare,

Nella due giorni di Bucarest la Nato dovrebbe fare il punto sulla situazione lungo l’asse orientale dell’alleanza, messa a dura prova dal conflitto russo-ucraino (basti pensare alle preoccupazioni di Svezia e Finlandia). Ai lavori presenzieranno anche le delegazioni di Moldavia, Bosnia e Georgia, interessate a un possibile ingresso nell’Alleanza insieme alla padrona di casa Romania.