Cardinale Becciu ultime notizie: il porporato è indagato per associazione a delinquere in un nuovo filone d’inchiesta parallelo al processo in corso in Vaticano per il caso di Sloane avenue, per una vicenda che lo vede coinvolto, insieme ad alcuni familiari, nella sua diocesi di origine in Sardegna, nella cittadina di Ozieri.
Cardinale Becciu ultime notizie: il nuovo filone d’inchiesta che vede coinvolto il porporato
Il cardinale Becciu siede già al banco degli imputati nel processo istituito per il caso Sloane avenue – il palazzo nel cuore di Londra che il Vaticano ha acquistato per 350 milioni di sterline e poi venduto con un incasso di 186 milioni di sterline -, per cui è accusato di appropriazione indebita e frode nell’uso di fondi riservati. A queste accuse se ne è ora aggiunta un’altra: quella di associazione a delinquere. A farlo sapere è stato il promotore di giustizia, il procuratore Alessandro Diddi che, in apertura dell’udienza numero 37 del processo a carica del prelato, ha riferito del contenuto di una rogatoria trasmessa dal tribunale di Sassari alla giustizia vaticana su accertamenti fatti sulla cooperativa Spes, guidata dal fratello di Becciu, Antonino, e legata alla Caritas diocesana della cittadina di Ozieri, in Sardegna.
Pur trattandosi di un’indagine parallela, Diddi ha deciso di depositare le risultanze agli atti dell’attuale processo, ritenendole rilevanti. Si tratterebbe, in particolare, di alcune chat provenienti dai dispositivi telefonici sequestrati a Maria Luisa Zambrano, nipote del cardinale Becciu, e al fratello Antonino; al loro interno ci sarebbero considerazioni sul Tribunale, ma anche su alcuni giornalisti che “avrebbero partecipato a una campagna di stampa contro questo processo”. Ma non è tutto, perché è emerso anche un giro di false fatturazioni riguardanti bolle di consegna per 18mila chili di pane; documenti che, secondo la ricostruzione della Finanza, sarebbero stati realizzati poche settimane dopo l’inizio dell’attuale processo, ma riguardanti consegne di prodotti risalenti al 2018 e di cui i destinatari non sono stati rintracciati perché “nessuna delle parrocchie coinvolte ha riconosciuto la propria firma”.
Diddi ha parlato di “pesanti ingerenze della Curia romana sull’attività della diocesi” di Ozieri, “gestita in sostanza dalla famiglia Becciu” e non da monsignor Sergio Pintor, ex vescovo di Ozieri morto due anni fa. Ci sarebbe, poi, un altro ritrovamento “inquietante”: quello di una registrazione di una telefonata tra il cardinale Becciu e Papa Francesco risalente al 24 luglio 2021, tre giorni prima dell’apertura del processo in Vaticano e una decina di giorni dopo l’uscita del Pontefice dal Gemelli in seguito all’intervento chirurgico al colon. Dall’audio, fatto col telefono della nipote del cardinale e ritrasmesso in aula a porte chiuse, si ascolta Becciu lamentarsi col Papa: “Lei mi ha già condannato, è inutile che faccia il processo!” e parlare dei soldi versati su indicazione di Cecilia Marogna all’agenzia britannica Inkerman per la liberazione di una suora colombiana rapita dai jihadisti in Mali, vicenda su cui il pontefice, nella telefonata, sembra restare perplesso.
Intanto gli avvocati dell’imputato, Fabio Viglione e Maria Concetta Marzo, hanno detto di non sapere nulla del nuovo capo d’imputazione. “Non risultano alla difesa ulteriori accuse, nei confronti del cardinale Becciu, diverse da quelle attualmente in dibattimento davanti al Tribunale vaticano, rispetto alle quali, con forza e fermezza, egli rivendica la propria innocenza, confidando profondamente nel Giudice terzo”, hanno affermato in una nota. E hanno aggiunto: “Il Cardinale sarà in ogni caso pronto a chiarire, con la forza della verità e con il consueto rispetto delle Istituzioni, ogni eventuale ulteriore contestazione“.