Qatar 2022, la condanna dell’Arcigay. “Dal nostro punto di vista sarebbe stato importante lanciare un segnale molto più forte per poter dire che questi mondiali in questo Paese non dovevano essere disputati. Perché il Qatar è un Paese che si è contraddistinto per la violazione dei diritti umani su più fronti. È un Paese che opprime le donne, che condanna fino a 7 anni di carcere le persone Lgbtq+” così Natascia Maesi, presidente dell’Arcigay, intervenuta a Prisma su Cusano Italia Tv.
Maesi: “Il Qatar si è macchiato le mani di sangue di migranti”
“Il Qatar – continua Maesi – è un Paese che si è macchiato le mani di sangue: questa mattanza di lavoratori soprattutto, migranti che hanno trovato la morte in questi cantieri che sono serviti per costruire gli stadi in cui si giocano le partite in questi giorni. È un Paese che ha fatto una serie di promesse, ha introdotto delle timidissime riforme che non hanno cambiato la sostanza della vita delle persone.
In particolare la questione che riguarda i diritti delle persone Lgbtq+ è una questione che sta colpendo anche molti attivisti che si impegnano su questi temi. Quindi non soltanto le persone direttamente coinvolte per il loro orientamento sessuale ma anche le persone che stanno prendendo parola e posizione su questi temi, stanno andando incontro a divieti, ad arresti indiscriminati, senza alcuna possibilità di avvertire i familiari o gli avvocati. Insomma sono delle situazioni che ci preoccupano moltissimo. Tutto questo sotto i riflettori, gli occhi del mondo che sembra comunque non voler rinunciare a questo grande spettacolo”.
Qatar 2022, Maesi: “La Fifa si è piegata a un ricatto”
La presidente dell’Arcigay si è scagliata anche contro la Fifa.
“La sensazione è che la Fifa sia stata la prima a piegare la testa rispetto ad un governo che conosceva bene. La sensazione che abbiamo è che sia stato messo in atto un vero e proprio ricatto perché utilizzare l’arma delle ammonizioni per i calciatori che vogliono esprimere liberamente il proprio dissenso è stato piuttosto violento. È indicativo di un atteggiamento punitivo”.