Carlo Collodi, pseudonimo di Carlo Lorenzini, nasce il 24 novembre del 1826, quasi duecento anni fa, e il suo nome rimane per sempre legato alle “Avventure di Pinocchio. Storia di un burattino“, romanzo per ragazzi, che è divenuto uno dei classici della letteratura mondiale e che è stato tradotto in 240 lingue.

Scrittore e giornalista italiano, oltre che convinto repubblicano, Collodi contribuisce col suo romanzo e con le sue opere a diffondere l’italiano in una neonata nazione, in cui, fatta l’Italia, era necessario fare gli italiani.

Carlo Collodi

Carlo collodi: biografia dell’autore

Carlo Collodi nasce a Firenze da una famiglia umile e riesce a studiare, grazie all’aiuto della famiglia Ginori. Nel 1843, inizia a lavorare come commesso nella nella libreria Piatti di Firenze, dove sbocciò la sua passione per la letteratura e il giornalismo.

Durante la sua vita, partecipò alle guerre di indipendenza italiane, per le quali si arruolò da volontario, e fondò due giornali: Il Lampione, un giornale di satira che presto venne censurato, e Scaramuccia, dall’argomento principalmente teatrale, sul quale pubblicò alcune commedie.

Oltre a commedie e satira, scrisse per i bambini molti racconti e libri, che affrontavano il problema della dispersione scolastica e in cui era evidente la simpatia per figure di ragazzi irregolari e picareschi. Questo elemento si trova in Minuzzolo (un romanzo per ragazzi in cui un ragazzo discolo irride i borghesi che pretendono di insegnargli la virtù e in cui si trovano numerosi episodi dell’antica storia di Roma, volti ad educare i giovanissimi lettori, senza rinunciare al divertimento delle avventure del protagonista), in Giannettino (una serie di libri per ragazzi, che, a detta di Collodi, era stato fatto “ad usum Delphini”, fatto modestamente per dare ai ragazzi una mezza idea di quell’Italia, che è la loro nuova e gloriosa patria, e che “per conseguenza” non ne sanno nulla di nulla) e, infine, anche nel suo capolavoro, ovvero nelle Avventure di Pinocchio. Storia di un burattino.

Il capolavoro: Pinocchio

Le Avventure di Pinocchio. Storia di un burattino sono il grande capolavoro di Carlo Collodi e sono state pubblicate sul Giornale per i bambini, il 7 luglio del 1881, con il titolo “Storia di un Burattino”, prima della pubblicazione a libro di tutte le avventure di Pinocchio, avvenuta nel 1883.

Carlo Collodi

La vicenda di Pinocchio, non dissimile da quella di Enrico nel libro Cuore di De Amicis, è una vicenda di formazione, che vuole fare da specchio alla vicenda della formazione dell’intera nazione italiana, che aveva raggiunto l’unità solo vent’anni prima, ma Pinocchio, rispetto ad altri fanciulli letterari dell’età post unitaria, riamen un personaggio libero e fantastico, per il quale la tentazione della trasgressione -che pure, alla fine, non può che essere repressa- mantiene tutto il suo potere attrattivo, che delinea il luogo incantato, ma inquietante del Paese dei Balocchi.

Proprio il Paese dei Balocchi assume inizialmente per Pinocchio i contorni di un Paese della Cuccagna, da sempre presente nella fantasia popolare: il nostro burattino protagonista, ascoltando le parole del compagnetto Lucignolo, desidera seguirlo e, con graduale progressione, si lascia convincere, mentre il romanziere riesce bene a descrivere dall’interno la lotta tra il senso del dovere di Pinocchio e l’irresistibile tentazione del gioco, che non raramente fa dimenticare al protagonista quali siano i suoi veri impegni.

Non manca chi ha voluto vedere in Pinocchio uno specchio del conflitto tra il bisogno di ordine degli adulti e la ribellione dei ragazzi, in cui, tuttavia, la prima faccia del conflitto è rappresentata in modo convenzionale e la seconda in modo decisamente più vivo e ricco. Lo dice Giovanni Jervis, uno psicoanalista, che ha mostrato come i ragazzi raramente riuscivano ad immedesimarsi fino alla fine in Pinocchio e rimpiangevano, spesso, invece, come il burattino fosse diventato alla fine un ragazzo buono.

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