Ne abbiamo letto e studiato. Ci è stato raccontatto e tramandato. Ma, forse, non si era mai adanti tanto in profondità come ha fatto uno studio speleologico del gruppo Roma Sotterranea Srl. Un’analisi sul funzionamento delle fogne antiche e dell’idraulica del Colosseo, infatti, fa emergere un’appassionante fotografia dell’intero contesto legato agli spettacoli di duemila anni fa e alle abitudini degli spettatori del celebre Anfiteatro Flavio. Tra gli aspetti più curiosi: ossa di animali (probabilmente di orsi, leoni o cani bassotti); resti di pasti consumati a base di uva, fichi o pinoli; anche dadi da gioco e un lucente sesterzio in oricalco di Marco Aurelio emesso nel 170-171 d.C per celebrare i voti decennali dell’imperatore. E ancora: dadi da gioco o oggetti d’uso personale, quale uno spillone in osso lavorato, ma anche elementi di vestiario (borchie, chiodini da scarpe e frammenti di cuoio), resti di rivestimento parietale e pavimentale nonché un cospicuo numero di monete di età tarda, ben 53.
Per arrivare a queste informazioni è stata condotto una delicata operazione di disostruzione di quasi 70 metri di canale, consentendo, oltre all’analisi delle caratteristiche costruttive e delle antiche funzioni idrauliche, la raccolta di una preziosa documentazione archeologica che testimonia le ultime fasi di vita del Colosseo prima della “fine dei giochi” nel 523 d.C. e l’abbandono definitivo.
Studio speleologico al Colosseo: cosa emerge
Alfonsina Russo, direttore del Parco archeologico del Colosseo, è entrata nel merito della ricerca. L’AGI riporta le sue parole:
Tra gli obiettivi primari dell’attività di ricerca, la necessità di comprendere il funzionamento delle fogne antiche e dell’idraulica del Colosseo. Nasce da qui lo studio sistematico del sistema di regimentazione delle acque con ispezioni realizzate nei collettori al di sotto della piazza, al fine di indagare e conoscere l’attuale modalità di smaltimento delle acque del comparto ipogeo del monumento. Una problematica “da sempre irrisolta, o risolta solo in parte, e la cui analisi potrebbe rivelarsi fondamentale per l’elaborazione di strategie per risolvere il problema dello smaltimento delle acque in un’area delicata quale quella dell’anfiteatro Flavio.