Altra piega inaspettata nel caso di Saman Abbas, la 18enne di origini pachistane scomparsa da Reggio Emilia il 30 aprile 2021: da Islamabad, capitale dello Stato centro-asiatico, il padre Shabbar ha infatti dichiarato che la figlia sarebbe ancora viva. Un vero e proprio colpo di scena andato in onda durante il processo a suo carico.

Assistito dal legale, sull’uomo pende la richiesta di estradizione dall’Italia, dove è accusato insieme ad altri quattro familiari di omicidio, sequestro di persona e soppressione di cadavere in concorso. Il giudice ha concesso una settimana di tempo per esaminare gli atti giunti dal nostro Paese.

Caso Saman Abbas, lo zio Danish collabora con le indagini

Per quanto concerne il filone italiano delle indagini su Saman Abbas, nella giornata di oggi si è svolto un nuovo interrogatorio ai danni di Danish Hasnain, lo zio di Saman considerato l’esecutore materiale del delitto. In un rapido aggiornamento alla stampa, l’avvocato difensore Liborio Cataliotti ha sostenuto che il suo assistito “ha collaborato, indicando in sua presenza il capannone nel quale sono stati trovati resti umani“, confermando dunque che è stato lo zio a indirizzare le autorità e la Scientifica nel rudere a poche centinaia di metri dal casolare in cui la 18enne viveva con la famiglia.

Questa l’unica dichiarazione del legale, che non si è sbilanciato sul futuro del processo a carico del suo cliente (anche perché, come ammesso dallo stesso Cataliotti, lo zio ha ricevuto un avvocato solamente pochi giorni fa).

Proprio oggi sono iniziate le procedure di scavo per accertare se i resti umani siano effettivamente di Saman. Il cadavere è situato in una buca, a una profondità di oltre due metri. I periti avranno due mesi di tempo per recuperare ed esaminare i resti e gli altri reperti emersi, prima di accertare le dinamiche e l’epoca dell’occultamento, le cause e i tempi della morte anche con esami tossicologici