Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, ha fatto chiarezza sui dossier governativi di propria competenza ospite di Rcs Academy a Milano. Nel tentativo di tenere a freno gli oppositori, è stata confermata la linea secondo cui “l’esigenza di fondo obbliga il governo a destinare gran parte delle risorse per il sostegno contro il caro energia“. La premier Meloni ha quantificato la spesa mensile dovuta al caro bollette in 5 miliardi di euro.
Di conseguenza, serve recuperare fondi in qualche modo per poter pensare ai futuri interventi tra cui la riforma del sistema delle pensioni (“Riteniamo sia molto importante“), con il freno legato “a tempo e valutazioni” necessarie a “evitare l’eccesso di salvaguardie”.
Pensioni Calderone, gli altri dossier sul tavolo del ministro
Oltre al tema delle pensioni, di cui si parla ormai da diverse settimane, nell’agenda del ministro Calderone c’è anche la questione del taglio al cuneo fiscale che pare arenarsi per lo stesso motivo, la mancanza di finanziamenti. Ma l’obiettivo del 5% entro fine legislatura sbandierato dal nuovo governo è considerato solamente un punto di partenza che deve cedere il posto a “riforme strutturali”.
Nel corso del suo intervento, il ministro Calderone ha voluto distinguere tra “precarietà” e “flessibilità” laddove si cerca di costruire una programmazione a medio-lungo termine per in considerazione dei problemi attuali che richiedono interventi immediati: citate le politiche attive del lavoro nei confronti di giovani e donne. Sulla discussione in merito alla futura abolizione del reddito di cittadinanza, anche la titolare del Dicastero precisa che Palazzo Chigi “non è disattento nei confronti di chi è in difficoltà” dal momento che “non si può lasciare fuori dal mondo del lavoro un’intera generazione di giovani”. Potenziati dunque i collegamenti tra formazione e mondo imprenditoriale.
Battuta conclusiva per l’introduzione dei voucher, che erano stati aboliti nel 2017 a causa delle dilaganti proteste e l’incognita di un referendum futuro (poi mai avvenuto). Si tratta di una misura che farà parte della Manovra tramite Legge di Bilancio, in vigore ufficialmente dal 2023 in alcuni settori economici: agricoltura, hotel, ristoranti, bar, cura della persona, lavori domestici: il suo valore è di 10 euro lordi (7,50 netti) all’ora con un tetto massimo annuo di 10mila euro. Dura la reazione dei sindacati e delle opposizioni.