Un periodo transitorio in vista di quella che sarà la fine del reddito di cittadinanza per chi è nelle condizioni di lavorare. Lo aveva promesso e lo ha fatto: Giorgia Meloni, nella sua prima manovra di bilancio, ha vistosamente modificato la policy relativa al reddito di cittadinanza. Il quale è destinato a cambiare fino alla progressiva eliminazione dello stesso per chi può lavorare. Così è deciso. Le opposizioni insorgono, in particolar modo una: il Movimento 5 Stelle. Partito padre, e madre, del reddito di cittadinanza. Ne ha parlato questa sera il presidente Giuseppe Conte ai microfoni di Controcorrente:

Lo stato, con questa manovra, avrà otto mesi per accompagnare alla porta persone dietro le quali ci sono nuclei familiari. Mentre lo fa accarezza gli evasori fiscali. Parliamo di un mondo capovolto. Meloni ha letto male la nostra Costituzione. Ho sempre considerato quella del reddito una riforma complessa che ha bisogno di azioni sulle politiche del lavoro, l’ho sempre detto in campagna elettorale. Eravamo disponibili a lavorare su questo. Quando Meloni vedrà persone che non hanno lavoro, capirà il disagio sociale che sta costruendo in questi giorni. Ci sono persone che non arrivano nemmeno a metà mese, altro che arrivare a fine mese.

Conte su reddito di cittadinanza: “La gente non ha di che mangiare”

Il leitmotiv di Conte è chiaro: in un momento di grande recessione abbandonare le famiglie italiane con la stretta sul reddito di cittadinanza non vuol dire fare l’interesse nazionale. Eppure Meloni va per la sua strada senza trovare altolà dall’Europa. Su questo Conte dice:

Meloni ha preso voti perché dice di fare l’interesse Nazionale. Mi aspetto, quindi, un governo che abbia coraggio per sostenere famiglie ed imprese, non per le carezze dell’Europa. Conte I visto male dall’Europa? C’erano voci che suonavano anti europeiste, e parlo della Lega. Ho avuto un grande da fare su questo. Ma quel governo, nonostante tutto, ha avuto coraggio di contrastare l’austerità. Abbiamo bloccato due procedure di inflazione. Questo è fare interesse nazionale.

Conte, poi, si addentra nei dettagli della manovra affermando che non c’è quasi nulla che lo soddisfa. Lo ha detto in questi termini:

Non prendiamoci in giro. Il Conte II ha introdotto la flat tax fino a 65 mila, ma se la alzi ad 85 mila che non porta a nessuna equità sociale. Il sistema così è sperequato. Per non parlare dei voucher nel settore agricolo e del turismo: questo è precariato selvaggio. La sanità passa da 7.1 a 6.1 di pil, il Covid non ha insegnato nulla. Cosa mi è piaciuto? Ho introdotto l’assegno unico nel Conte I ed è stato potenziato.

Giorgia Meloni in diretta

Opposizione? No, impegno con gli elettori

Il tono di voce di Giuseppe Conte è quello dell’opposizione. E nello specifico, forse grazie alla buona salute dei sondaggi, quello del capo dell’opposizione. Viene pungolato su questo aspetto dalla giornalista Veronica Gentili, ma il leader del Movimento 5 Stelle è bravo a deviare:

Parlo da leader di una forza politica che manterrà gli impegni presi con gli elettori. Ormai ci conoscete: non devieremo mai dai nostri principi e dagli impegni presi. Qualunque battaglia condivisa è ben accetta. Se cresciamo più del Pd non vuol dire che gli stiamo facendo lo sgambetto. Non mi interessa essere il capo dell’opposizione. Non voglio dettare una linea al Pd, voglio semplicemente mantenere la parola presa con i nostri elettori.