Alberto Angela pubblica il terzo volume della trilogia su Nerone : sarà in libreria il 13 dicembre con il titolo “Nerone. La rinascita di Roma e la fine di un imperatore” ed edito dalla casa editrice Harper Collins. Al libro l’autore dedicherà una lectio interessante durante la Fiera della Piccola e Media Editoria Più Libri Più Liberi, che si svolgerà dal 7 dicembre all’11 dicembre presso il quartiere dell’Eur.
All’interno del volume, c’è un’illustrazione di Milo Manara, che ha ritratto l’ultimo imperatore della dinastia giulio-claudia, secondo il racconto fatto da Albero Angela.
Dal suo account Instagram ufficiale, ce lo racconta con un reel che riportiamo di seguito:
La trama del libro
Alberto Angela pubblica l’ultimo volume della trilogia che abbraccia il periodo successivo all’incendio di Nerone, che ha scosso l’Urbe per nove giorni nel 64 dopo Cristo: scoppiato nella notte tra il 18 e il 19 luglio, l’incendio si propagò per sei giorni, secondo le testimonianze di Tacito e Svetonio. Dopo questo evento, la città osserva i suoi ammassi di macerie e attende l’intervento di un imperatore che si rivela ben diverso dal princeps Augusto, tanto accorto e calcolatore in politica, e dal dictator Cesare, grande conquistatore di terre.
Nerone è, piuttosto, un artista poliedrico (cantante, musicista, poeta e attore), un amante appassionato e un raffinatissimo collezionatore di opere d’arte ed è questo il ritratto che emerge dalle pagine di Alberto Angela, che si preoccupa di sviscerarne passioni, debolezze e follie, seguendo il filo delle fonti storiche e degli studi più moderni, senza dimenticare i dati archeologici disponibili. Quello di Alberto Angela è, dunque, un lavoro capace di indagare l’anima di un imperatore che, nella sua complessità, è riuscita a divenire leggendaria, tra voci e pettegolezzi, tra eccessi e una storiografia a lui avversa.
Alberto Angela pubblica il nuovo libro: parola all’autore
L’incendio di Roma occupa l’inizio dell’ultimo volume della trilogia su Nerone e Alberto Angela racconta al pubblico la verità su questo evento tanto difficile da affrontare per la città:
“Ricostruire l’incendio di Roma è come scrivere una detective story […] Nerone ha accusato ingiustamente i cristiani, e lui stesso è stato vittima di fake news per la storia, che lo ha dipinto come un principe nero, spietato. Ma né lui né i cristiani sono stati i responsabili dell’incendio. Gli storici sono concordi nel ritenere che il più grande incendio della storia di Roma sia stato un caso, avvenuto in condizioni precise: giornate caldissime, in una città che era quasi interamente fatta di legno. E soprattutto: l’innesco è avvenuto tra i magazzini del Circo Massimo, il più grande deposito di legna di Roma, di notte. Il giorno dopo soffiò il vento, e fu la fine. Roma bruciò per nove giorni. […] Gli incendi erano facilissimi: si stima che ogni dieci/quindici anni se ne registrasse uno molto grave. Di certo sappiamo che quello del 18 luglio è avvenuto di notte, in una zona che di giorno era molto frequentata, piena di negozi, mentre di notte diventava un bassofondo di Roma, popolato da prostitute, veggenti, pieno di bettole frequentate da ubriachi. Potrebbe essere stata una rissa.”
Nerone, del resto, non avrebbe avuto motivo di bruciare la sua città: ” Era la città che lui amava, aveva la forza del popolo per tenerla in suo potere perché questo, diversamente dai senatori, stava dalla sua parte. Poteva dar fuoco al popolo che gli garantiva il potere?”
Una ricerca accurata, che cerca di coinvolgere il pubblico e di coinvolgere quanti non vogliano rivolgersi alle trattazioni più scientifiche: è un intento nobile, dunque, quello di Alberto Angela, desideroso a diffondere maggiormente la cultura classica e la storia antica, come racconta alla stampa: “Quello che trasmettiamo è fondamentale perché è scienza, qualcosa che di solito risulta indigesto. I trattati sembrano spesso scritti da esperti per esperti, tagliando fuori parte di pubblico. Questa è la divulgazione: un libro di archeologia, scritto come un romanzo. Come una detective story: ricerchi i dati di persone che hanno vissuto un fatto storico reale, e li leghi.”