Maggiori tutele per gli autori, sono proprio loro a richiederne al governo: in questi giorni, infatti, una mobilitazione di diverse associazioni e sindacati (Strade-Sindacato dei traduttori editoriali, AI-Autori di Immagini, Aiti – Associazione Italiana Traduttori e Interpreti, Aniti – Associazione Nazionale Italiana Traduttori e Interpreti e Icwa – Associazione Italiana Scrittori Ragazzi) ha inviato una lettera ai componenti delle Commissioni Cultura e Lavoro della Camera e del Senato e ai ministri relativi, con l’intento di migliorare le condizioni in cui attualmente lavorano i tradutti e altre importanti figure autoriali, come illustratori, fumettisti e scrittori.

Alla lettera seguirà un Manifesto, che verrà redatto da Strade, AI e Icwa, finalizzato a mostrare la necessità di misure strutturali per un settore che si trova sempre in maggiore difficoltà: esso sarà presentato in anteprima il 9 dicembre, presso la Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria, che si terrà all’Eur tra il 7 e l’11 dicembre di quest’anno.

Il Manifesto cerca di definire i rapporti contrattuali con gli editori e dà particolare attenzione all’inquadramento giuridico, fiscale e previdenziale e, in generale, il riconoscimento economico della categoria autori.

Maggiori tutele per gli autori

Maggiori tutele per gli autori: un problema di traduttrici

Un passo decisamente importante per il settore, considerando che i traduttori percepiscono uno dei compensi più bassi in Europa (si parla di cifre che, in media, corrispondono a 15.000 e 18.000 euro l’anno)e che molti di questi professionisti lavorano in condizione di precarietà, spesso a cottimo, modalità che mal si coniuga con un lavoro eminentemente creativo.

Si tratta di un settore, inoltre, in cui a prevalere sono le donne, con un 85% del totale degli impiegati. Bisogna, inoltre, aggiungere che, spesso, rispetto ai colleghi uomini, sono proprio le donne ad esser più sfruttate dall’industria editoriale, perché percepiscono dei salari inferiori ai colleghi uomini. Un altro dato da stimare è che, spesso, mentre per gli uomini la traduzione rimane un secondo lavoro, per le donne rimane la prima scelta.

Così, Marina Pogliano, del coordinamento di strade, descrive la situazione che vivono molte traduttrici: “Il lavoro si fa a casa, in libertà, di giorno e di notte. Firmiamo un contratto, e dobbiamo consegnare senza orari. Ragionando di minimi sindacali, ci sono giovani che accettano condizioni economiche non gratificanti, pur di entrare nel mercato.”

Maggiori tutele per gli autori

Cosa chiedono i sindacati?

A fronte della difficile situazione vissuta da tutte le professioniste del settore, sindacati e associazioni chiedono un intervento al governo, un intervento che possa migliorare le condizioni per queste autrici: di seguito, riportiamo le richieste esatte.

“Compensi adeguati e proporzionati, partecipazione ai proventi, trasparenza sulle copie vendute e istituzione di un fondo di 5 milioni di euro finalizzato al sostegno dei traduttori, della qualità del loro lavoro e del libro […] il rispetto delle norme di legge e in particolare delle novità introdotte dal recepimento della direttiva europea sul copyright. Il primo punto del Manifesto evidenzia la necessità di compensi basati non solo sulla quantità di pagine prodotte, ma anche su una partecipazione ai proventi derivanti dallo sfruttamento commerciale dell’opera che preveda il riconoscimento di un anticipo e di una percentuale minima e progressiva sul numero delle copie vendute. […] il rispetto dell’obbligo di rendicontazione e l’introduzione, nelle prassi contrattuali, di meccanismi di adeguamento e del diritto di revoca.”

Non bisogna dimenticare, del resto, che “senza la tempestiva attuazione di procedure stragiudiziali di risoluzione delle controversie – la cui istituzione, prevista per legge, non è ancora avvenuta -, tutti i miglioramenti introdotti nel nostro ordinamento rischiano di restare lettera morta”. E’ anche necessario “attivare, in linea con i migliori esempi europei, un fondo strutturale di circa 5 milioni di euro destinato a finanziare la traduzione di opere di alto valore culturale (non necessariamente sinonimo di successo commerciale) e di iniziative per la formazione continua dei traduttori”.

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