Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ostenta tutta la propria soddisfazione per la nuova legge di Bilancio approvata dal Cdm per il 2023. A proposito della manovra, Meloni annuncia sui propri profili social di sentirsi “orgogliosa” per un lavoro portato a termine a sole quattro settimane dal suo insediamento.
Favorire la crescita, aiutare i più fragili, investire nelle famiglie, accrescere la giustizia sociale, sostenere il nostro tessuto produttivo, scommettere sul futuro: questa la nostra ricetta per ridare forza e visione all’Italia. Avanti a testa alta.
Manovra, la premier: “Due grandi priorità: crescita e giustizia sociale”
Ricapitolando la norma che conta complessivamente 35 miliardi di euro, durante la conferenza stampa dopo l’approvazione della manovra, Meloni pone due grandi priorità.
La crescita, cioè mettere in sicurezza il tessuto produttivo e la giustizia sociale, vale a dire l’attenzione alle famiglie e ai redditi più bassi. Lo Stato interviene per calmierare le bollette per le famiglie, prima con un Isee massimo di 12.000 euro e noi lo portiamo a 15.000 euro. La platea per le famiglie si allarga ma chiaramente la misura è per quelle più bisognose e vale 9 miliardi di euro.
Novità anche su infanzia e natalità, con provvedimenti “che non hanno molti precedenti”, e sull’igiene femminile.
I provvedimenti per la famiglia e natalità valgono un miliardo e mezzo di euro. L’assegno unico viene aumentato del 50% a tutti per il primo anno di vita del bambino, del 50% per tre anni per le famiglie numerose. L’Iva su tutti i prodotti della prima infanzia sarà al 5% e anche per quello che riguarda i dispositivi igienici femminili non compostabili, vengono confermate le misure per acquisto della prima casa sulle giovani coppie.
Manovra, Meloni su caro bollette, taglio del cuneo e Rdc
Come promesso, la voce maggiore di spesa della manovra riguarda il tema del caro bollette.
Su una manovra di 35 miliardi, i provvedimenti per l’energia sono di circa 21 miliardi, ovviamente le due scelte fondamentali riguardano i crediti di imposta per le aziende, per cui è previsto un credito che si applica su parte dell’aumento che le imprese hanno fatto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Quindi noi confermiamo e aumentiamo i crediti dal 40 al 45% per le aziende energetivore e fino al 35% per le non energivore.
La premier conferma anche il taglio del cuneo, non solo quello del 2% sui redditi fino a 35mila euro: aggiunto un ulteriore punto per i redditi fino a 20mila euro.
E’ la misura più costosa di tutta la legge di bilancio: costa 4 miliardi di euro e questo indica che l’altra priorità del governo è per aumentare lo stipendio a coloro che hanno redditi più bassi. Noi abbiamo fatto una scelta diversa: al netto delle bollette, la misura più costosa è il taglio del cuneo fiscale, quindi siamo perfettamente coerenti con gli impegni presi.
Capitolo Reddito di cittadinanza: Meloni ribadisce che i furbetti hanno vita breve.
Siamo fedeli ai nostri principi: si continua a tutelare chi non può lavorare, aggiungiamo anche le donne in gravidanza, ma per chi può lavorare si abolirà alla fine del prossimo anno e non potrà essere percepito per più di 8 mesi e decade alla prima offerta di lavoro. C’è gente che lo prende da tre anni, evidentemente non ha funzionato o per alcuni italiani deve andare all’infinito, io credo che lo Stato debba occuparsi di loro a trovare un posto di lavoro.