Manovra governo rivalutazione pensioni. Con la nuova manovra per le pensioni scatta «quota 103», arrivano l’innalzamento delle minime, il bonus per chi vuole restare al lavoro e Opzione donna rivisitata in base al numero dei figli.
Manovra governo rivalutazione pensioni
«Rivaluteremo tutte le pensioni, ma con percentuali di perequazione diverse». Così il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha presentato la misura contenuta nella Legge di Bilancio che rimodula le percentuali di perequazione pensioni per il 2023.
La rivalutazione da applicarsi alle pensioni decorrenti dal 1° gennaio 2023 era stata fissata nei giorni scorsi dal consueto decreto del Ministero dell’Economia, con indice provvisorio stabilito nella misura del 7,3% (per adeguamento all’inflazione registrata dall’ISTAT).
A questo indice bisogna applicare gli scaglioni di perequazione (previsti per legge), inversamente proporzionali rispetto alle somme percepite.
- * 100% dell’inflazione, ovvero in misura piena, per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo;
- * 90% dell’inflazione per le pensioni comprese tra 4 e 5 volte il trattamento minimo;
- * 75% dell’inflazione per le pensioni oltre 5 volte il trattamento minimo.
Con la nuova manovra vengono introdotti due nuovi scaglioni: per le pensioni minime perequazione al 120%; per quelle superiori a dieci volte il minimo perequazione del 35%:
- le pensioni fino a 524 euro lordi al mese (le minime) si rivalutano dell’8,76%;
- le pensioni fino a 2.100 euro circa (tra 2 e 4 volte il minimo) si rivalutano del 7,3%
- le pensioni oltre 5.250 euro circa si rivalutano del 2,5%.
Aumento pensioni minime
Aumenta l’importo delle pensioni minime. L’assegno minimo nel 2022 è di 524,35 euro per 13 mensilità. A partire dal prossimo anno sarebbe salito di 38 euro e avrebbe raggiunto quota 562 a causa del recupero dell’inflazione. Il governo aggiunge una quota in più avvicinando le pensioni minime al tetto dei 600 euro con una indicizzazione pari al 120% rispetto all’inflazione.
In questo modo gli assegni lieviteranno di circa 45 euro al mese rispetto ai 523,38 dell’attuale livello minimo (senza contare gli effetti dell’anticipo del 2% della rivalutazione erogato a partire dal mese di novembre di quest’anno fino alla fine del 2022, tredicesima compresa).
Chi ha la pensione minima potrà inoltre cumulare la nuova Social Card destinata ai meno abbienti con un reddito inferiore ai 20 mila euro annui. La carta sarà distribuita sempre dai Comuni.