Matteo Renzi si mostra particolarmente carico alla presentazione della ri-edizione di “Il mostro“, un’autobiografia politica che svela alcuni retroscena: tra questi il caso Autogrill, ossia l’incontro avvenuto nel dicembre 2020 con l’ex spia Marco Mancini. Durante questa pausa dalla politica per spingere la vendita promozionale del suo ultimo libro, il Terzo Polo viene dato in crescita nei sondaggi.
Citando l’occasione, il politico fiorentino parla di “processo di mostrificazione“. Dure e nette le frecciate a Elisabetta Belloni, attuale numero uno dell’Intelligence italiana, che si è opposta al segreto di Stato sulla vicenda fino al 2037, successivamente apposto dall’ex premier Mario Draghi. In attesa di “tornare a fare politica in prima persona”, Renzi ne ha per tutti tranne che per l’ex presidente del Consiglio, nei confronti del quale “non ho alcun elemento da contestare pur rimanendo stupito”.
Caso Autogrill e non solo, i “bersagli” di Renzi sono molteplici
Sul caso Autogrill, Matteo Renzi va giù pesante nei confronti di Elisabetta Belloni rivendicando il suo ruolo nella mancata elezione a presidente della Repubblica (“Non lo si diventa in un solo giorno”). La decisione del capo dei servizi segreti italiani giunse dopo l’interrogatorio difensivo della scorsa primavera. La scena venne ripresa da una donna sul cui conto venne poi aperta una successiva indagine, mentre fu la trasmissione “Report” a indagare sull’incontro: nei confronti del programma Renzi conferma la denuncia per violazione del segreto istruttorio.
Questa mattina il leader di Italia Viva aveva duramente attaccato la Magistratura dopo le accuse di delegittimazione, auspicando una nuova riforma della Giustizia che componga un Csm aperto anche ai membri laici. Poi, sul dossier covid-19, il politico toscano è favorevole alla creazione di una “commissione d’inchiesta su mascherine, ventilatori cinesi e richieste alla Russia da parte di Conte”. Infine, battuta tagliente anche per Enrico Letta, “rimasto fermo da 8 anni alla campanella e unico artefice della sconfitta elettorale a causa di una strategia suicida”: Renzi si augura pertanto che il segretario Dem “non torni a insegnare strategia politica agli studenti di Sciences Po”.