I problemi potrebbero aumentare per Aboubakar Soumahoro. Il deputato della Repubblica italiana, eletto lo scorso 25 settembre, è finito nell’occhio del ciclone per via della accuse mosse alle cooperative gestite dalla sua famiglia: nello specifico, dalla moglie e dalla suocera. Le ipotesi sono di insolvenza negli stipendi e fatture false. Sui social, Soumahoro, ha pubblicato diversi post nei quali si è difeso. Ma l’impressione è che la faccenda sia ben più grande e non risolvibile con qualche post. Secondo fonti, perfino i vertici di Sinistra Italiana e Verdi, la federazione che lo ha candidato, avrebbe perso i contatti con lui. Il quale, non sarebbe disposto a parlare.
A complicare il quadro giungono le dichiarazioni di Andrea Pupilla, direttore della Caritas di San Severo. Costui, intervistato dalla Repubblica, ha posto qualche osservazione circa un’iniziativa che Aboubakar Soumahoro ha condotto lo scorso anno: una raccolta giocattoli, in vista del Natale, per i bambini e le bambine di borgo Mezzanone e Torretta Antonacci. Due frazioni, povere e marginate, di San Severo.
Aboubakar Soumahoro: cosa è successo
Un gesto per i bambini e le bambine. Ma quali? Questo il principale dubbio mosso da Andrea Pupilla che, conoscendo bene le zone in questione, ha fornito la seguente fotografia:
Non è un problema di fondi, su quello non entro nel merito. Le polemiche ci sono state semplicemente perché nel ghetto di Torretta, e dico anche fortunatamente, non ci sono bambini, solo uomini e poche donne, mentre a Borgo Mezzanone, l’insediamento oggetto del video, i bambini sono molto pochi. C’erano dunque ben pochi giocattoli da distribuire non essendoci bambini a cui poterli donare. Il ghetto? Il problema non sono quelle persone, che vivono lì nel degrado, ma personaggi che vengono da fuori, che vengono appunto a fomentare gli animi e magari ci costruiscono una carriera politica sopra.
Il riferimento all’ultimo passaggio della dichiarazione fa, evidentemente, pensare ad Aboubakar Soumahoro. Tant’è che Pupilla, incalzato, spiega:
Dico che davanti a fenomeni complessi non c’è bisogno di navigatori solitari, ma di risposte corali. Le istituzioni hanno messo in campo vari tentativi, anche con le foresterie. Va coinvolto chi vive nel ghetto. Non serve un sindacalista che viene da fuori, urla, fa i selfie e magari costruisce una carriera politica, soprattutto quando c’è anche un po’ di incoerenza. Soumahoro? Personalmente l’ho incontrato una sola volta, anni fa, quando era ancora in Usb. Venne a pranzo con me e con il vescovo. Poi non c’è mai stata la possibilità di interfacciarci. Tempo fa qui accusava tutte le organizzazioni di fare business con la solidarietà e poi ora apprendiamo che moglie e suocera sono impegnate in quel settore. Mi auguro infatti che le accuse non siano vere, ma ci vorrebbe comunque un minimo di coerenza. Non puoi dire a tutti che il business della solidarietà non va bene e poi ce l’hai a casa tua.