Il cuneo fiscale, secondo la definizione fornita dall’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), è “il rapporto tra l’ammontare delle tasse pagate da un singolo lavoratore medio e il corrispondente costo totale del lavoro per il datore”.
Cosa vuol dire taglio del cuneo fiscale
In sostanza, il cuneo fiscale è la differenza tra lo stipendio lordo versato dal datore di lavoro e la busta paga netta ricevuta dal lavoratore.
Il cuneo fiscale, che riguarda tutti i lavoratori, dipendenti e autonomi, i liberi professionisti e i datori di lavoro, è composto:
- nel caso del lavoratore dipendente, da Irpef + addizionali comunali e regionali + contributi previdenziali
- nel caso del lavoratore autonomo e libero professionista, da Irpef + addizionali comunali e regionali + contributi previdenziali e IVA
- nel caso del datore di lavoro, da Irpef + addizionali comunali e regionali + contributi previdenziali + IVA.
Cuneo fiscale vs costo del lavoro
Non deve essere confuso il cuneo fiscale con il costo del lavoro per unità di prodotto. Infatti non è l’incidenza di un elevato cuneo fiscale quella che determina un alto costo del lavoro per unità di prodotto per l’azienda, in quanto i servizi erogati dallo Stato e finanziati con l’imposizione fiscale, possono essere anche più costosi se posti a carico del singolo lavoratore individualmente che li ottiene sul libero mercato. Il costo del lavoro è comprensivo della retribuzione lorda pagata dal datore e dei contributi pagati dalle imprese. Secondo i dati OCSE del 2018, con un prelievo del 47,7% l’Italia era al terzo posto nella classifica dei Paesi con la maggior imposizione fiscale, dopo Germania e Belgio, e allo stesso livello della Francia. Tuttavia, il costo del lavoro in Italia era al 17° per le retribuzioni lorde, posto che scendeva al 19° per quelle nette liquidate ai lavoratori.
Taglio del cuneo fiscale
Alla fine nella Legge di Bilancio riesce a entrare il taglio del cuneo fiscale fino al 3% per i lavoratori dipendenti con i redditi bassi. La misura pesa per 4,185 miliardi e prevede l’esonero contributivo del 2% per i redditi fino a 35 mila euro e del 3% per i redditi fino a 20 mila euro.