Si è conclusa la Cop27, l’annuale conferenza sul clima organizzata dall’ONU che quest’anno si è tenuta a Sharm el-Sheikh. Difficile dire come sia andata nel senso che eventi come questo non sempre trovano una sintesi unanime. Da un certo punto di vista potremmo dire che non si è arrivati a chissà quale risultato ma, cambiando prospettiva, la nascita del fondo Loss e Damage ci potrebbe far dire che un po’ di sostanza ci sia comunque stata. Ma poi di nuovo un altro punto di vista: la maggior parte dei leader presenti, pur riconoscendo il risultato, non lo hanno considerato bastevole ad una reale svolta sul clima.
Ma andiamo con ordine. Il testo finale, redatto dai paesi che hanno partecipato alla COP27, prevede una serie di vincoli che i sottoscriventi devono perseguire nell’ottica della mitigazione del contrasto climatico. La clausola più importante di questo testo riguarda proprio la locuzione inglese usata poc’anzi: Loss e Damage.
Loss e Damage, di cosa si tratta
Loss e Damage significa, traducendo, perdite e danni. E di cosa si tratta? I paesi che hanno partecipato alla Cop27 hanno deciso di istituire un fondo di assistenza per tutti quei paesi già stanno arrancando in maniera particolare, sui quali dunque gli effetti del cambiamento climatico sono già piuttosto evidenti. Un fondo che assista chi sta soffrendo più degli altri. Pensiamo al Pakistan, particolarmente vessato dalle alluvioni nell’anno in essere. Non è un risultato scontato né banale, basti pensare a quanto fosse atteso da alcuni paesi, ad esempio quelli africani.
30 years of patience. The day has arrived. It is done. YES a new Fund for responding Loss and Damage in developing countries….This is a unique moment a win for all citizens of the world. Head of Delegation have agreed… pic.twitter.com/OZMpfYLdCo
— Alpha Kaloga (@KalogaAlpha) November 19, 2022
Se su molti aspetti il negoziato è filato liscio – ad esempio sul taglio delle emissioni e sul ruolo crescente delle fonti rinnovabili – l’istituzione del Loss e Damage ha trovano resistente ed intoppi. Fondamentale la fermezza dell’Unione Europea che ha spinto affinché si arrivasse a dama. Quello che non è chiaro, però, è l’ammontare economico di questo fondo e le modalità attraverso cui esso dovrà riempirsi. In altre parole: quali paesi finanzieranno il fondo? Probabile che si ripartirà da qui alla prossima Cop. Il prossimo anno.