Da qualche tempo a questa parte si sente più spesso parlare del modello di una scuola senza voti: in molti si chiedono se effettivamente questa tipologia di scuola possa in qualche modo ledere l’educazione dei ragazzi che in questo modo non si sentirebbero in alcun modo giudicati nemmeno quando gli esiti di compiti e interrogazioni sono negativi. Molti sono stati i pareri di studiosi, psicologi dell’infanzia e non solo, che hanno espresso pareri discordanti ma a grandi linee sono quasi tutti d’accordo nell’affermare che una scuola senza voti possa esistere tranquillamente: fare a meno dei giudizi infatti, secondo i sostenitori del metodo, aiuterebbe a vivere scuola, compiti e verifiche con meno ansia da parte degli studenti, trasformando gli istituti scolastici in luoghi in cui l’apprendimento si sviluppa con serenità, non più come posti stressanti da vivere ogni giorno. La domanda poi viene spontanea: si troveranno bene questi ragazzi nel mondo del lavoro che tutto è tranne che rilassato ma, al contrario molto giudicante, pregno di competitività e smania di arrivare? Ma questo è un altro discorso.
Come funziona la scuola senza voti?
Scuola senza voti: come funziona? Ci sono ormai tanti istituti scolastici che hanno aderito alla scelta di non introdurre votazioni nei compiti in classe e nelle interrogazioni degli alunni. Il Liceo Morganti di Roma è l’esempio calzante poiché ha introdotto questa metodologia già sette anni fa e, stando ai pareri di alunni e genitori, i ragazzi vivrebbero così il mondo della scuola in maniera meno stressante e più piacevole. L’esito dei compiti in classe e delle interrogazioni viene spiegato dai docenti, che correggono e spronano gli studenti. A fine quadrimestre poi vengono assegnati i voti, come da norma ma solo alla fine. Sono tante le scuole che stanno mano a mano aderendo a questo modello che vede lo studente al centro dei propri bisogni e non i giudizi: una recente sperimentazione infatti è partita nei giorni scorsi in due classi di scuola media dell’Istituto “Ascanio Grandi” e in una classe di 1° superiore dell’Istituto “Galilei-Costa-Scarambone” di Lecce: questi istituti fanno parte di un progetto più ampio di “Scuola Studente-Centrica”, che vede al centro del percorso educativo ogni singolo individuo con le proprie passioni, talenti e aspirazioni: anche la durata è differente perché avrà la durata di tre anni scolastici ma i risultati saranno monitorati costantemente senza ovviamente dare voti. Insomma, sono davvero tante le realtà che si stanno adeguando a questo nuovo modello non giudicante e chissà se in un futuro non molto lontano questa tipologia di istituto possa sostituire totalmente il vecchio stampo didattico.