Bonus Matrimonio Religioso: la Lega ha proposto alla Camera una detrazione fiscale del 20% per gli under 35 che intendono celebrare le proprie nozze in Chiesa.
Bonus Matrimonio Religioso proposto dalla Lega, ma il governo prende le distanze: “Non fa parte della manovra”
La Lega ha presentato una proposta di Legge alla Camera con la quale prevede un bonus matrimonio religioso con una detrazione fiscale del 20% per gli under 35 che decidono di sposarsi in Chiesa.
Il governo, però, prende le distanze dai deputati leghisti, i quali anch’essi fanno retromarcia dopo le polemiche che ha scatenato la loro proposta di legge.
Palazzo Chigi, in particolare, ha specificato che la proposta non è allo studio del governo, ma si tratta di un’iniziativa parlamentare, aggiungendo che:
“Nell’ambito di un quadro finanziario complesso l’Esecutivo è al lavoro per sostenere la famiglia con misure concrete e realizzabili, che saranno contenute nella legge di bilancio”.
Anche il ministro della Difesa Guido Crosetto ha ribadito la posizione del governo:
“Il bonus nozze non fa parte della manovra, è la proposta presentata da un deputato. Non è mai passato in mente a Palazzo Chigi di dare un premio a chi si sposa in Chiesa, non è un tema che interessa ad uno Stato laico”.
Dopo poco tempo è arrivato anche il dietro front di Domenico Furgiuele, il primo firmatario dei cinque che hanno sottoscritto la proposta di legge avanzata alla Camera dalla Lega:
“La proposta di legge a mia prima firma, volta a incentivare il settore del wedding, che per questioni di oneri prevedeva un bonus destinato ai soli matrimoni religiosi, durante il dibattito parlamentare sarà naturalmente allargata a tutti i matrimoni, indipendentemente che vengano celebrati in chiesa oppure no”.
Bonus Matrimonio Religioso, detrazione fiscale del 20% per gli under 35 che si sposano in Chiesa
La proposta del Bonus Matrimonio Religioso avanzata dalla Lega alla Camera è stata firmata e depositata da Domenico Furgiuele, Simone Billi, Ingrid Bisa, Alberto Gusmeroli ed Erik Pretto.
Questa proposta nasce dal fatto che, secondo i dati che sono stati riportati dall’Istat, si evidenzia un calo “più che doppio” dei matrimoni religiosi rispetto a quelli civili.
“Il matrimonio civile è di per sé una celebrazione meno onerosa rispetto al matrimonio religioso. Con il bonus intendiamo agevolare le giovani coppie che intendono celebrare il matrimonio religioso e che avranno la possibilità di usufruire della detrazione del 20 per cento delle spese connesse alla celebrazione”.
I requisiti per accedere a questa detrazione fiscale del 20% sono:
- avere un’età inferiore a 35 anni;
- aver conseguito un reddito complessivo inferiore a 23.000 euro lordi durante l’intero arco dell’anno;
- possedere la cittadinanza italiana da almeno 10 anni.
Il beneficio andrebbe ad abbattere tutti i costi che riguardano le nozze: dall’addobbo della Chiesa, ai “fiori e libretti”, fino a quelli relativi alla festa, ovvero “abiti, ristorazione, bomboniere, coiffeur, make-up e wedding reporter“, per un valore pari a “circa 716 milioni” di euro da stanziare per un sussidio di durata pari a 5 anni.
Le polemiche sulla proposta della Lega
Le critiche alla proposta depositata dalla Lega sono arrivate in blocco: Simona Malpezzi (PD) parla di proposte “incostituzionali e assurde”. Mara Carfagna (Azione), invece, sostiene che “la Lega è rimasta al Papa Re”.
Ecco, in aggiunta altre dichiarazioni che sono state rilasciate da membri dell’opposizione e non, i quali condannano in tutto e per tutto la proposta leghista:
Maurizio Lupi (Noi moderati): “No a proposte bislacche”.
Ignazio La Russa (presidente del Senato): “Una sciocchezza immaginare un vantaggio solo per chi si sposa in Chiesa”.
Benedetto della Vedova (Più Europa): “Si inserisce nel filone dei bonus per qualsiasi cosa e, di per sé, non è così originale. A qualificarla nel solco reazionario della destra sovranista è il fatto che il beneficio andrebbe riservato a italiane e italiani da almeno 10 anni e che scelgono il matrimonio religioso, ovviamente rigorosamente etero: una perla di analfabetismo costituzionale”.
Enrico Borghi (PD): “Chi crede in certi valori, non ha bisogno per testimoniarli della mancia corroborante: roba da mercanti del Tempio”.