Un’altra vittoria alle ATP Finals, Djokovic raggiunge Roger Federer a quota 6 successi alle finali. Ecco le sue dichiarazioni dopo la finale vinta contro Casper Ruud:
Sono soddisfatto e allo stesso tempo molto sollevato viste tutte le vicissitudini di quest’anno. Quanto accaduto in Australia ha inciso pesantemente nella mia stagione ai primi mesi dell’anno, quando ho dovuto concentrarmi per recuperare sia il mio tennis sia il mio equilibrio mentale. Ho faticato a ritrovare il mio tennis. Questo è accaduto per la prima volta proprio in Italia, a Roma. Lì ho iniziato a ritrovarmi. Poi il titolo a Wimbledon, che è stato fondamentale. Dopo Wimbledon, ho perso solo la finale di Parigi Bercy. Tutti gli altri tornei che ho giocato li ho vinti. E’ stata una bellissima parte finale di stagione, indoor solitamente gioco molto bene. E giocare in Italia, un paese dove amo giocare e ho una speciale connessione col pubblico, rende questo titolo ancora più bello.
Poi un commento anche sulle sensazioni dopo un successo condiviso con la famiglia:
Molto speciale, sono molto grato a mia moglie e ai miei figli per essere venuti qui. Non ho avuto molti momenti da condividere con loro sul circuito. Ho portato entrambi i miei figli, specialmente mio figlio, agli allenamenti, ai riscaldamenti, ai match. Devo dire che ha tifato sempre ad alta voce. Ero un po’ sorpreso. Potevo sentire la sua voce in ogni momento (sorridendo). Era molto dentro l’evento. Ora entrambi sono consapevoli di quello che sta succedendo, di quello che sta facendo il padre. Ovviamente, loro mi rendono la vita più facile. Le pressioni, le aspettative cui devi far fronte in tornei come questo se ci sono loro riesco a metterle da parte per avere del tempo di qualità con la mia famiglia. Mi danno serenità e mi danno modo di ricalibrare il focus sulla partita successiva. E’ stato divertente l’altro giorno quando ho avuto una conversazione con mia moglie e le chiedevo come fa a stare dietro ai bambini e allo stesso tempo riuscire a seguire me. Non so in quanti tornei ancora avrò l’opportunità di avere la mia famiglia al seguito, ma adoro questi momenti, più cresceranno più si renderanno conto di ciò che accade.
Il serbo chiude con una battuta su sé stesso:
Se sono il numero uno? No, sono il quinto. Questa settimana probabilmente lo sono stato. Ma il ranking dimostra sempre chi ha avuto la stagione migliore, e Alcaraz è il n.1 del mondo. Non c’è molto di più da dire. Ma nella mia testa mi vedo sempre come il migliore del mondo, ovviamente. Ho sempre quella mentalità e quell’approccio nelle cose che faccio, a prescindere dal giocatore che affronto, dalla superficie su cui gioco, dal numero di stagioni che ho vissuto. Questo non cambia. Le ambizioni sono le più alte possibili.