Con un certo anticipo rispetto al vertice in programma a Bruxelles venerdì 25 novembre, la Commissione Ue ha presentato una prima bozza del Piano d’Azione per affrontare le sfide attuali ed immediate dell’emergenza migranti nel Mar Mediterraneo. Non si tratta di un documento “ex novo” ma di un’accelerazione delle proposte già sul tavolo.

Destinatario interessato a tale documento è l’Italia, che ha espresso delle precise richieste in vista della riunione straordinaria in programma tra pochi giorni. 20 punti compongono complessivamente la bozza, con il Viminale che può ritenersi moderatamente soddisfatto per i contenuti e per la linea di cooperazione nei confronti del nostro Paese.

Migranti, Piantedosi: “Soddisfatto del Piano della Commissione Ue”

Per esempio, all’interno del Piano di Azione sui migranti nel Mediterraneo la Commissione Ue ha approvato la riscrittura del codice di condotta da parte delle Ong, che dovrà essere mediato e ridiscusso insieme alle autorità marittime internazionali. Richiesta che l’Italia aveva avanzato per contrastare le possibili ritorsioni come accade con il famoso caso di Carola Rackete.

Poi spazio al coinvolgimento degli Stati di bandiera (nell’ultimo caso eclatante Norvegia e Francia), revisione e prolungamento del piano di redistribuzione firmato lo scorso giugno (il cosiddetto “meccanismo di solidarietà” su cui Parigi ha minacciato di tirarsi fuori e che Roma ha sempre ritenuto insufficiente), istituzione di un fondo per consentire i rimpatri. Questo in sintesi il pacchetto principale di cui si compone il Piano.

Come si legge nella bozza firmata in calce dal vicepresidente della Commissione, il greco Margaritis Schinas, gli obiettivi sono “ridurre la migrazione irregolare e non sicura, fornire soluzioni alle sfide emergenti nel settore della ricerca e soccorso e rafforzare la solidarietà bilanciata dalla responsabilità tra gli Stati membri”.

Intercettato per un commento a caldo il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi si è dichiarato “molto soddisfatto” che abbia prevalso “l’esigenza di più intensa cooperazione tra i Paesi di origine e transito dei flussi migratori“. Al tempo stesso il leader del Viminale ammette che “le soluzioni strutturali saranno possibili solo grazie a un accordo sulle riforme di asilo e migrazione”.

I dettagli del Piano d’Azione

Sfogliando poi più nel dettaglio il documento si ribadisce il principio basilare di obbligo legale di soccorso in mare, “a prescindere dalle circostanze che portano le persone a trovarsi in una situazione di disagio. Salvare vite è sempre il primo obbligo“. In secondo luogo, però, sarà rivalutato il margine di manovra e operatività delle navi private (le cosiddette Ong) per stabilirne il perimetro d’azione e fare ulteriore chiarezza.

Il commissario europeo agli Affari Interni, la svedese Ylva Johansson, ha poi specificato che nel triennio 2021-2023 saranno investiti poco meno di 600 milioni di euro nel progetto “Global Europe” in collaborazione con i Paesi del Nord Africa (in particolare Tunisia, Egitto e Libia) per intercettare e regolamentare i flussi migratori. Previsti bilaterali tra i singoli Paesi con una prospettiva più ampia legata alla promozione della crescita economica, dell’occupazione e della prosperità nelle regioni interessate.

Nel coordinare le operazioni un ruolo cruciale sarà affidato a Frontex, l’agenzia Ue di controllo delle frontiere.