È il giorno della manovra da 32 miliardi, che verrà discussa in serata durante il Consiglio dei ministri. Nella prossima legge di bilancio che il Governo si appresta a varare oggi manca però “un intervento forte sul cuneo fiscale: serve un intervento choc“. Questa l’opinione del presidente di Confindustria Carlo Bonomi, intervenuto sulla manovra alla assemblea pubblica di Confindustria Genova.

Il numero uno della Confederazione generale dell’industria italiana ha le idee chiare su dove trovare le risorse.

Sotto 35 mila euro si è perso potere d’acquisto, per cui l’unico modo è tagliare le tasse sul lavoro cercando 16 miliardi. Le risorse si trovano riconfigurando il 4-5 per cento della spesa pubblica, in questo modo si può dare una mensilità in più per tutta la vita lavorativa.

Manovra, Bonomi sulle priorità del Paese: “Energia, finanza pubblica e lavoro”

Bonomi offre alcuni suggerimenti per la manovra in via di approvazione, stilando le priorità per il governo.

Bisogna concentrarsi sulle priorità del Paese: energia, finanza pubblica e lavoro. Sono urgenze ed emergenze: ed è importante fare presto e bene. Occorrono per questo interventi tempestivi, ben scritti, ben spiegati.
Se il nuovo governo ha difficoltà a mettere in bilancio subito un taglio forte sul cuneo fiscale potrebbe però annunciarlo per il 2023 e il 2024, ma non a parole, mettendolo per iscritto. Se invece, come ho sentito si darà spazio a prepensionamenti, finte flat tax e bonus sull’Irpef non lo capiremo. Perché è chiaro che certi interventi sono fatti per rispondere alle promesse elettorali mentre le vere emergenze sono altre.

Manovra, Patuelli sul tetto al contante: “Serve norma unica a livello europeo”

A proposito del Cdm in programma in serata è intervenuto anche il presidente dell’Abi Antonio Patuelli, durante un seminario dell’Associazione Bancaria Italiana a Firenze.

Patuelli ha detto la sua sul tetto al contante, per il quale “serve una norma unica a livello europeo” invece di discuterne in Italia, ricordando che nel nostro Paese cresce l’uso dei pagamenti digitali anche se in ritardo rispetto alla media europea. Patuelli ha rilevato poi come “ci deve essere una spinta europea” che arriverà con l’Euro digitale della Bce che comunque non escluderà le banche commerciali e il loro ruolo di intermediazione. Per l’Abi dovrà essere infatti “uno strumento funzionalmente diverso da uno strumento di pagamento elettronico” per integrare e non competere con le banche e le loro iniziative, portando però vantaggi concreti anche ai clienti.