Abbattuta questa mattina la casa a Napoli dell’attore Davide Marotta, noto al grande pubblico per aver interpretato lo spot “Ciribiribì Kodak” negli anni ’80 e per le sue interpretazioni in diversi film di successo, come la “Passione di Cristo” di Mel Gibson e il Grillo Parlante nel “Pinocchio” di Matteo Garrone. Le ruspe sono arrivate all’alba di oggi, 21 Novembre 2022, a 23 anni dalla sentenza di demolizione arrivata nel 1999.
Nella casa, un ex rudere risalente all’Ottocento, l’attore, affetto da una forma di nanismo e di invecchiamento precoce, viveva nella casa assieme alla mamma quasi 90enne e disabile al 100% e al fratello.
L’attore, solo pochi giorni fa aveva aggiornato tutti sulla situazione:
“Mi hanno detto che devo uscire dalla casa. Avevo chiesto di passare l’ultimo Natale a casa mia, comprata con tanti sacrifici. Avevo proposto di fare la demolizione a mie spese. E niente, vogliono che me ne vado”.
In quella casa, aveva raccontato al giornale “Fanpage”, ci era nato e la sua famiglia ci viveva da circa 100 anni. Diverse persone del quartiere e familiari questa mattina sono accorsi sul posto in segno di affetto e vicinanza a Davide: “Abbiamo il cuore aperto, dicono, speriamo un giorno di poter avere giustizia”.
Davide Marotta casa: l’attore aveva fatto un nuovo ricorso e consegnato le chiavi sabato
Sull’abitazione dell’Ottocento, pendeva una sentenza di demolizione della Procura della Repubblica di Napoli già dal lontano 1999. Marotta aveva vinto nel 2022 il ricorso al Tar che aveva sospeso il diniego del Comune al condono. Ma la procedura di abbattimento era proseguita in Procura, che stamattina ha dato quindi, esecuzione alla demolizione.
“Ho consegnato le chiavi ed è giusto così. Spero nella giustizia e l’unica cosa che posso dire è che questa non è una casa abusiva. Adesso la parola passa agli avvocati. Le autorità fanno il loro lavoro, ma io, da cittadino perbene, ho rispettato la legge. Adesso posso solo dire che, tutta questa situazione, fa veramente tanto male“.
L’attore ha spiegato poi di aver chiesto negli anni anche il condono per quella casa e di aver fatto ricorso al Tar, “ho vinto il ricorso al Tar e abbiamo vinto sia per quanto riguarda il vincolo cimiteriale sia per l’acquisizione, ha spiegato a Pomeriggio 5, dopo la Procura è come se si fosse disinteressata a quanto affermato dal Tar e volesse per forza buttare giù la casa. Visto che è una masseria che esiste da 150 anni e io ho fatto una ristrutturazione, buttatemi giù 50 o 60 metri quadrati (quelli in più rispetto a quanto consentito) ma non l’intera proprietà che esiste da sempre anche se c’è un piccolo abuso”.
Marotta aveva presentato un nuovo ricorso contro l’abbattimento proprio la scorsa settimana, appellandosi alla Convenzione Europea che tutela il diritto inalienabile al domicilio e Sabato scorso aveva consegnato le chiavi dell’abitazione nelle mani delle forze dell’ordine.
Le parole del capogruppo della Lega in Campania Severino Nappi
Per Severino Nappi, capogruppo della Lega in Campania, il “Comune di Napoli è rimasto indifferente e la giustizia sorda al buon senso. Il primo non ha dato seguito alla sentenza del Tar. La seconda non ha neppure preso in considerazione una serie di elementi importanti e ha avuto fretta di chiudere questa partita”.
Nappi, che ha raccolto la richiesta di aiuto di Marotta, era già intervenuto la scorsa settimana, chiedendosi “dove fosse l’urgenza di abbattere la casa ad una persona affetta da nanismo e a sua mamma quasi 90enne e invalida a 23 anni dalla sentenza”. Gli appelli a rivedere il caso, però, non hanno sortito l’effetto sperato e la casa è stata comunque demolita questa mattina.
Martedì scorso, 15 Novembre, era stata organizzata anche una manifestazione di protesta del quartiere, con tante persone, che era riuscita a fermare le ruspe e a guadagnare tempo, l’abbattimento infatti, era stato rinviato di alcuni giorni. Dopo il grido di dolore di Marotta, nel quartiere era partito un tam tam per scongiurare la demolizione, che però non ha avuto l’esito sperato.