È finito nella bufera il deputato di Verdi e Sinistra italiana Aboubakar Soumahoro, al centro delle discussioni mediatiche a causa di un’inchiesta della procura di Latina. Al momento, va precisato che il suo nome non compare sul registro degli indagati e non ci sono ipotesi di reato. Nella lente d’ingrandimento degli inquirenti ci sono moglie e suocera di Soumahoro.

L’indagine riguarda la coop Karibu e il Consorzio Aid, due cooperative nelle quali erano coinvolte la suocera e la moglie del parlamentare: Marie Terese Mukamitsindo, presidentessa della coop Karibu e Liliane Murekatete, ex dipendente, ora disoccupata, che fino a pochi mesi fa sedeva nel consiglio di amministrazione della Karibu. Si parla di mancati pagamenti di lavoratori e di pessime condizioni di assistenza. La coop Karibu gestiva fino a 600 posti letto: all’Ispettorato del lavoro risulterebbero 400mila euro di stipendi arretrati, e per questo i dipendenti si sono rivolti al sindacato Uiltucs.

Giurando la propria estraneità ai fatti, Soumahoro era apparso in lacrime sul suo profilo Facebook.

Io conosco lo sfruttamento perché sono stato sfruttato, so cosa vuol dire dormire per strada perché mi è capitato. Per questo, per chi ha la mia storia, il fango che mi stanno gettando addosso fa ancora più male.

Moglie e suocera Soumahoro: “Non abbiamo soldi da dare ai lavoratori perché lo Stato non ci paga in tempo”

Le due donne chiamate in causa sono intervenute sulla questione in un’intervista a La Repubblica, durante la quale hanno assicurato che “non un euro di denaro pubblico”, dei quasi 10 milioni all’anno ricevuti dallo Stato, “sia finito nelle sue tasche o in quelle dei suoi familiari”.

Marie Terese Mukamitsindo si difende così dalle accuse.

Tutto è stato speso per i rifugiati, a cui ho dedicato 21 dei miei 68 anni. Tutto è rendicontato e posso provarlo. Non abbiamo soldi da dare perché lo Stato non ci paga in tempo. Ho i bonifici con le date e una lettera di sollecito della prefettura al comune di Roccagorga che ci deve 90 mila euro. Quello di Latina 100 mila. Per il progetto ‘Perla’ contro il caporalato ci hanno dato la metà degli 80 mila dovuti, da quello sull’8 per mille del 2019 abbiamo ricevuto 80 mila su 157 mila solo nel 2022. Siamo andati in cassa integrazione, non ci dormivo la notte.

Dopo essersi accorta che gli anticipi dello Stato arrivavano troppo tardi, Mukamitsindo avrebbe dovuto licenziare i dipendenti ma non se l’è sentita di farlo: “Li conosco da vent’anni e ho preferito aspettare”.

Liliane Murekatete, compagna di Soumahoro, spiega che “lui non si è mai interessato alla coop, né al Consorzio Aid di cui fa parte Karibu. In famiglia non ne parliamo mai. Sono quattro anni che mia madre non ha stipendio. È un operaio dello Stato e nessuno la difende”.

“I ragazzi, che hanno un tutore legale, non si sono mai lamentati con noi”, assicura Mukamitsindo rispondendo alle accuse dei minorenni che parlano di mancanza di acqua calda e di cibo nei centri. “Forse sono manipolati dal sindacato”. Secondo le due donne si tratterebbe di un tentativo di “affossare” Soumahoro.

Guarda caso un mese dopo il suo ingresso in Parlamento, e subito dopo essere andato a Catania per difendere lo sbarco dei migranti, scoppia questo scandalo.