Dopo lo stato di agitazione diramato solo poche settimane fa, la vicenda Aamps non si chiude e prosegue con lo sciopero indetto oggi, 21 Novembre 2022, dai dipendenti dell’azienda di gestione dei rifiuti di Livorno per l’intera giornata. In un primo momento, l’idea di una protesta si era scongiurata nella speranza di un dialogo che però non è mai arrivato.
Sul sito dell’azienda si legge:
“AAMPS informa che a seguito dello sciopero di 24 ore proclamato dalle organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL e FIADEL per l’intera giornata di lunedì 21 Novembre 2022, i servizi rivolti alla cittadinanza potranno non essere erogati o subire dei rallentamenti. Ci scusiamo anticipatamente per gli eventuali disservizi che potranno verificarsi”.
L’obiettivo dichiarato dai sindacati appare chiaro: “Difendere ambiente, città e lavoro”. Per la giornata di oggi è stata organizzato anche un presidio di fronte al Comune per chiedere all’amministrazione il rispetto degli accordi sulla stabilizzazione dei precari e ribadire il “no” alla chiusura del termovalorizzatore.
“La chiusura, spiegano Cgil, Cisl e Uil, causerà una maggior produzione di inquinamento, soprattutto nei quartieri nord. Ad aumentare sarà quello dovuto al trasporto su gomma: i rifiuti fino a oggi conferiti al Picchianti verranno infatti caricati ogni anno su centinaia di camion per essere trasportati altrove”.
Secondo Cgil, Cisl e Uil infatti gli impatti negativi “si registreranno anche sul clima”. “Una parte dei rifiuti, spiegano, dopo esser stata trattata, verrà infatti conferita in discarica e tutto ciò significherà un incremento di gas climalterante. Ad avviso dei sindacati lo spegnimento del termovalorizzatore senza la contemporanea entrata in funzione di impianti alternativi per lo smaltimento di rifiuti potrebbe configurare una violazione di legge: la normativa europea e italiana prescrivono infatti la progressiva riduzione dei conferimenti in discarica”.
La chiusura del termovalorizzatore è infatti prevista a Ottobre 2023 e a tal proposito i sindacati precisano che l’impianto per la creazione di biometano dai fanghi del Rivellino e dagli scarti della tavola, candidato ai fondi del Pnrr e previsto al Picchianti per il 2026, non potrebbe essere affatto considerato alternativo al termovalorizzatore poichè la tipologia di rifiuti trattati sarebbe ben diversa.
Livorno sciopero Aamps: l’alternativa al termovalorizzatore
La vera alternativa al termovalorizzatore in realtà sarebbe l’ossicombustore di Peccioli che potrebbe entrare in funzione a partire dal 2028.
Lo spegnimento del termovalorizzatore produrrebbe dunque effetti negativi su ambiente e clima, ma anche sulle tasche dei cittadini a seguito dell’aumento della Tari. Lo smaltimento in altre città dei rifiuti fino ad oggi conferiti al Picchianti comporterà infatti un aumento dei costi di circa 1,5 milioni di euro all’anno.
A ciò si devono aggiungere i costi che Aamps dovrà sostenere per il pagamento dell’energia elettrica; ricordiamo infatti che fino a oggi questo costo è stato pari a zero poichè l’azienda poteva sfruttare l’energia prodotta dallo stesso termovalorizzatore.
A tutto ciò dovremo sommare i mancati ricavi per la vendita dell’energia elettrica; ambito in cui si sono recentemente registrati incassi record (in alcuni periodi il fatturato mensile relativo alla vendita di energia ha infatti superato il milione di euro).
Difesa dei livelli occupazionali
I dipendenti di Aamps, con le OOSS, sciopereranno però anche a difesa dei livelli occupazionali e per la stabilizzazione dei precari, la dismissione dell’impianto produrrà infatti la perdita di 36 posti di lavoro.
Gli addetti al termovalorizzatore sarebbero ricollocati nei servizi collegati alla tariffa puntuale. Ma è bene sottolineare che, l’entrata in funzione di tali servizi era stata prevista a prescindere dalla continuità impiantistica.
Ciò significa che se il termovalorizzatore restasse operativo, si guadagnerebbero 36 posti di lavoro in più: un’opportunità importante per la città e contemporaneamente è urgente dare risposta ai precari oggi presenti in azienda attraverso la stabilizzazione del posto di lavoro.