Sul tavolo del Governo Meloni c’è lo stop all’assegno del reddito di cittadinanza se si rifiuta la prima proposta di lavoro congrua (attualmente al secondo rifiuto il sussidio viene revocato, in passato si doveva arrivare a tre dinieghi). E si ipotizzano anche controlli più stringenti da parte delle Regioni e dei Comuni. Ma Giuseppe Conte non ci sta e tuona:
L’ossessione di Giorgia Meloni è smantellare il Reddito di cittadinanza.
Reddito di cittadinanza, Conte attacca Meloni: “È contro la Costituzione”
Il leader del Movimento 5 Stelle ha criticato l’aspramente le nuove presunte misure legate al reddito di cittadinanza. E spiega:
Il reddito non è stato pensato come strumento per favorire un mero assistenzialismo. È stato pensato per promuovere una stagione di libertà e dignità del lavoro, come impone la nostra Costituzione. Aggredire oggi gli ‘occupabili’, trattandoli come agnelli sacrificali, significa non comprendere che sono proprio loro le persone che invece dovremmo aiutare.
Conte: “Con la nuova Manovra si regala biglietto di prima classe agli evasori”
Sulla misura del tetto massimo al contante di 5mila euro (prevista nella Manovra 2023), Conte ha dichiarato:
Il governo regala un biglietto in prima classe a evasori e corrotti che vogliono girare con mazzette di contanti, mentre lascia al proprio destino chi è in grande difficoltà economica e sociale. Certo, è possibile riformare il Reddito di cittadinanza, rendendolo più compatibile con il reddito da lavoro, diminuendo il livello di tassazione marginale ai percettori che accettano un lavoro, almeno per un periodo iniziale.
E osserva:
Il dovere di una società civile è accompagnare al lavoro attraverso percorsi di inclusione più forti, con incentivi alle aziende per assumere. Siamo disponibili a lavorare insieme al governo in quest’ultima direzione, perché la buona politica non conosce steccati ideologici.
Infine, un monito:
Se invece il governo volesse far ripiombare il Paese nel passato siamo pronti a mobilitare il M5s assieme alle forze sociali, politiche, civiche che vogliono sposare la nostra battaglia non solo nelle sedi istituzionali, ma anche in ogni piazza e angolo del nostro Paese.