Al via da domani, 22 novembre, le domande per beneficiare dei contributi a fondo perduto per ristoranti, bar, piscine e catering messi a disposizione dal decreto “Sostegni bis” per far fronte alle conseguenze economiche della crisi pandemica. I soggetti interessati avranno tempo fino al 6 dicembre, poi, una volta effettuati i controlli, l’Agenzia delle Entrate avvierà i pagamenti. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Contributi a fondo perduto per ristoranti bar piscine e catering: cosa sapere
Per poter fruire del contributo a fondo perduto previsto per i titolari di ristoranti, bar, piscine, attività di catering e di organizzazione di cerimonie, i soggetti beneficiari dovranno trasmettere l’istanza a partire dal 22 novembre e non oltre il 6 dicembre 2022. Lo ha stabilito l’Agenzia delle Entrate, che negli scorsi giorni ha emanato un provvedimento che contiene istruzioni e regole per la presentazione del modello per fare domanda, oltre che una tabella riepilogativa dei campi delle dichiarazioni dei redditi ai quali fare riferimento al fine di determinare correttamente i ricavi relativi ai periodi di imposta 2019 e 2021 (o 2018 e 2020 per esercizi non coincidenti con l’anno solare), necessari per la verifica della riduzione di almeno il 40%.
L’aiuto potrà essere benificiato da tutte le imprese che esercitano come attività prevalente una di quelle individuate dai codici Ateco 56.10 (ristoranti), 56.30 (bar), 93.11.2 (gestione di piscine), 56.21 (catering per eventi) e 96.09.05 (organizzazione di feste e cerimonie), a patto che esse abbiano subìto nel 2021 una riduzione dei ricavi non inferiore al 40% rispetto a quelli del 2019. Per le imprese costituite nel corso del 2020, la riduzione del 40% è determinata tra l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dei mesi del 2020 successivi a quello di apertura della Partita Iva rispetto all’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del 2021.
Per accedere al contributo, le imprese devono inoltre risultare regolarmente costituite, iscritte e attive nel Registro delle imprese alla data di presentazione dell’istanza e devono avere sede legale o operativa ubicata sul territorio italiano. La misura non spetta, invece, ai soggetti “in liquidazione volontaria o sottoposti a procedure concorsuali con finalità liquidatorie; ai soggetti già in difficoltà al 31 dicembre 2019, a eccezione delle microimprese e piccole imprese che rispettino il punto precedente e che non abbiano ricevuto aiuti per il salvataggio o la ristrutturazione; ai destinatari di sanzioni interdittive; a chi si trova in altre condizioni previste dalla legge come causa di incapacità a beneficiare di agevolazioni finanziarie pubbliche o comunque a ciò ostative”.
Coloro che sono in possesso di tutti i requisiti potranno presentare l’istanza in via telematica mediante l’area riservata del portale “Fatture e Corrispettivi” del sito dell’Agenzia delle Entrate, personalmente o tramite un intermediario con delega di consultazione del Cassetto fiscale del richiedente. Le risorse finanziarie stanziate, che ammontano a 40 milioni di euro, saranno ripartite tra tutti gli aventi diritto una volta trascorso il termine di presentazione delle domande, quindi dopo il 6 dicembre: “Il 70% dell’assegnazione finanziaria verrà ripartito in egual misura tra tutti i beneficiari; in aggiunta, il 20% in egual misura tra quelli che presentano un ammontare dei ricavi 2019 superiore a 400mila euro; in aggiunta, il 10% in egual misura tra quelli con ammontare dei ricavi 2019 superiore a 1 milione di euro”.
Prima di effettuare l’accredito, ci saranno ovviamente dei controlli: “Qualora i contributi riconosciuti siano in tutto o in parte non spettanti, l’Agenzia delle Entrate recupera i contributi non spettanti, irrogando le sanzioni e con gli interessi dovuti. È consentita la regolarizzazione spontanea da parte del contribuente, mediante restituzione del contributo indebitamente percepito e dei relativi interessi, nonché mediante versamento delle sanzioni”.