Dalle 5 di questa mattina, è iniziato lo sciopero allo stabilimento Ex Ilva di Taranto. I sindacati e lavoratori di tutte le categorie metalmeccaniche, servizi, marittimi, trasporti, stanno presidiando le portinerie. La mobilitazione organizzata da Cgil, Cisl e Uil è partita dopo dopo decisione del gruppo Acciaierie d’Italia di sospendere l’attività di 145 ditte dell’indotto.
Chiediamo al Governo di usare tutta la forza per fare in modo che la decisione sulle 145 ditte dell’appalto rientri prima possibile. Lla fabbrica è paralizzata, ulteriori rinvii trascinerebbero alla chiusura il siderurgico. Davanti a questa prospettiva noi non saremo fermi e useremo tutte le nostre forze. Lo stabilimento è sul punto di cedere definitivamente e se si spegne non si riaccende più.
Spiegano i rappresentanti sindacali.
Sciopero di 24 ore allo stabilimento ex Ilva, Uil: “Scioperiamo per riprenderci la nostra dignità”
Nello stabilimento siderurgico di Taranto i lavoratori si fermeranno per 24 ore. La Fiom Cgil fa sapere che in mattinata è previsto un corteo che attraverserà tutte le portinerie fino ad arrivare alla direzione.
Spero e credo che oggi le coscienze di ognuno di noi si risveglino perché rimanere passivi e l’unica cosa da non fare. Scioperiamo per riprenderci la nostra dignità e scacciare la Morselli e il suo staff.
Afferma Gennaro Oliva (esponente della Uil) in riferimento all’amministratore delegato di Acciaierie d’Italia. E aggiunge:
L’astensione di oggi sarà la prima iniziativa importante che servirà per valutare fatti e situazioni e che porterà allo sviluppo di altre iniziative utili al raggiungimento dell’obiettivo. La nostra lotta in questo momento non è tanto per ottenere il miliardo che consentirebbe il proseguo delle attività e il rientro delle ditte, quanto pretendere il cambio gestionale, il reintegro dei lavoratori Ilva in amministrazione straordinaria e lavorare con dignità e nel rispetto del diritto costituzionale: lavoro e salute senza alcuna distinzione.
Ministra del lavoro Calderone: “Attivare un canale di confronto”
La ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha invece assicurato l’impegno “ad attivare un canale di confronto e a studiare immediate soluzioni”. Il ministro Urso, dopo il mancato confronto con l’azienda, ha tenuto a sottolineare come sia arrivato il momento di “riequilibrare la Governance” affinché ci sia una risposta “agli impegni presi”.