Due nuovi arresti per il clan dei Casalesi: si tratta di Nicola Schiavone, nipote di Francesco Schiavone, detto Sandokan e Alessandro Ucciero, braccio destro del primo. Associazione di tipo mafioso, fittizia intestazione di beni, riciclaggio e autoriciclaggio, aggravati da finalità e modalità mafiose: questi i reati contestati ai due imputati – raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere – dalla Procura di Napoli, al termine di un’indagine condotta dalla Dia sulla gestione degli appalti pubblici da parte del clan camorristico di cui Schiavone è considerato un referente storico.
Due arresti clan dei Casalesi: si tratta di Nicola Schiavone e Alessandro Ucciero
Negli ambienti camorristici è noto con il soprannome di “o’ russ” (il rosso), Nicola Schiavone, 44 anni, nipote di Francesco “Sandokan” Schiavone, uno dei massimi referenti del clan dei Casalesi. Già arrestato in passato dai pm antimafia Antonello Ardituro e Marco Del Gaudio, l’uomo era stato condannato a dieci anni di carcere al termine del processo denominato “Normandia 2” e, dopo la sua scarcerazione, avvenuta nel 2019 – a seguito della quale aveva pubblicizzato il suo ritorno nel Casertano tramite una telefonata anonima ai giornali -, aveva ripreso i contatti con gli affiliati del clan, convocando anche una riunione con tutti gli imprenditori “amici”, coloro cioè che avevano ottenuto benefici, in termini di denaro o appalti, dall’organizzazione criminale.
L’obiettivo? Rilanciare il suo potere. Per farlo aveva già costituito un’impresa edile, intestata a un prestanome, mentre agli imprenditori aveva chiesto forniture di materiali, subappalti e soldi per ricominciare la sua attività. In effetti, in poche settimane l’impresa del boss aveva preso a funzionare, occupandosi perlopiù di lavori edili con la pubblica amministrazione attraverso contratti di avvalimento, cioè un’operazione attraverso la quale le aziende degli imprenditori complici facevano da garante nei confronti di quella di Schiavone.
Attività che è stata però sventata sul nascere grazie a un’indagine condotta dalla Dia di Napoli, che in un comunicato ha fatto sapere che “le attività investigative hanno consentito di accertare la riconducibilità in capo all’indagato della società”. L’uomo ha così ricevuto un’ordinanza di custodia cautelare insieme ad Alessandro Ucciero, 52 anni, suo braccio destro. I due sono accusati – nell’indagine coordinata dall’Antimafia di Napoli – di associazione di tipo mafioso, fittizia intestazione di beni, riciclaggio e autoriciclaggio, questi ultimi aggravati da finalità e modalità mafiose.
Chi è Francesco Schiavone, detto Sandokan: il boss dei Casalesi
Nato nel 1954 a Casal di Principe, Francesco Schiavone è uno degli esponenti di riferimento del clan dei Casalesi, attivo nel Casertano. Iniziò la sua carriera criminale come autista e guardia spalle di Umberto Ammaturo – detto “o’ pazzo” per via della sua attitudine a simulare la pazzia per evitare il carcere quando veniva arrestato – e fu fermato per la prima volta nel 1972, appena diciottenne, per possesso illegale di armi da fuoco. Ha partecipato, negli anni, a diverse guerre fra clan camorristici, schierandosi al fianco di Antonio Bardellino e Mario Iovine, leader di spicco della Nuova Famiglia, l’organizzazione camorristica nata per contrastare la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, a cui seguirono diverse faide anche interne. Dopo l’omicidio di Iovine (precedentemente distaccatosi da Bardellino), divenne il boss assoluto dei Casalesi. Arrestato nel 1990 e poi nel 1998 in un bunker del suo paese natale grazie alle indagini condotte da Sergio Sellitto, è stato condannato all’ergastolo per associazione di tipo mafioso ed è sottoposto a regime carcerario speciale dall’articolo 41 bis della legge sull’ordinamento penitenziario. Nel 2021, suo figlio Walter, arrestato nel 2017, ha deciso di iniziare a collaborare con la giustizia ed è recentemente stato al centro di un fatto di cronaca: lo scorso ottobre aveva colpito un agente della polizia penitenziaria che gli aveva consegnato solo una delle due confezioni di candeggina che aveva richiesto e comprato.