L’Unione Nazionale Consumatori ha pubblicato sui propri portali la classifica degli aumenti legati al caro energia in Italia. L’Umbria è la regione più colpita dai rincari, con le tariffe di Perugia e Terni che sono più che triplicate. In parallelo, sempre sfruttando i dati Istat di ottobre pubblicati questa settimana, la classifica degli aumenti di cibo e bevande vede Macerata e Cosenza primeggiare.
Molto duro e schietto il commento del presidente Massimo De Dona sull’ipotesi di taglio dell’Iva sui prodotti di prima necessità. L’Unc quantifica il risparmio annuo a famiglia in 21,56 euro che De Dona definisce “una burla per non dire una pagliacciata”, una “mancetta” che andrebbe solo a vantaggio dei commercianti.
Caro energia e caro alimentari, il parere dell’Unc
Analizzando meglio il dettaglio lo studio promosso dall’Unc su caro energia e caro carrello, è possibile conoscere anche al valore assoluto e non solo quello percentuale che può essere spesso fuorviante. Non sono state prese in considerazione tutte le 109 province del territorio nazionale ma sono poco più di 80 quelle incluse nel sondaggio.
Partendo dal dossier sul caro energia, esso stima una media tra luce, gas e altri combustibili includendo il mercato libero e tutelato: a ottobre il rialzo medio ha raggiunto il 135% con un rincaro medio per famiglia di 1.820 euro. Come detto in apertura, l’Umbria guida questa speciale classifica con Perugia (+164%) e Terni (+160%). Quelle dove l’aumento in termini percentuali è stato più contenuto sono Napoli (+108%), Aosta (+98%) e Potenza (+96%).
Spostandoci ora sull’altra classifica poco ambita, quella relativa al paniere con cibo e bevande, a ottobre il rincaro medio sull’anno precedente è stato pari al 13,5%, con una stangata che va da 761 euro ai 1.379 euro a seconda dei nuclei familiari. Cosenza e Macerata guidano a braccetto la graduatoria con un risultato pari a +17%.