Qatar 2022, il settimanale britannico The Economist si scaglia contro le polemiche per l’assegnazione dei Mondiali al paese arabo.

Qatar 2022, l’Economist contro le polemiche che hanno colpito il paese ospitante dei Campionati del Mondo di calcio: “Cieco pregiudizio”

Quella dell’Economist si configura decisamente come una voce fuori dal coro rispetto alle molte che, nel giro delle ultime settimane, hanno scatenato numerose polemiche contro la scelta di designare il Qatar come paese ospitante della Coppa del Mondo di calcio 2022. Per il settimanale britannico, infatti, le critiche verso l’emirato giunte dall’Occidente sono frutto di un “cieco pregiudizio”.

Qatar 2022, per l’Economist le accuse mosse contro l’emirato dovevano riguardare anche altri paesi che in passato hanno ospitato competizioni sportive mondiali

Nel motivare la propria posizione, l’Economist porta il paragone con altri due paesi che, in anni recenti, hanno ospitato competizioni sportive a livello mondiale, entrambi caratterizzati da politiche quantomeno discutibili sui diritti umani: la Cina e la Russia.

“Le critiche degli occidentali non riescono a distinguere tra regimi veramente ripugnanti e regimi semplicemente imperfetti. Sul tema dei diritti umani, dovrebbero valere anche per la Russia, che ha ospitato i precedenti Mondiali, e la Cina, che ha ospitato le ultime Olimpiadi, lo scorso inverno; e il Qatar è un Paese molto più adatto per ospitare un grande evento sportivo rispetto a uno di questi due“.

Il Qatar come “scelta perfetta” per ospitare i Mondiali

Nonostante i vari divieti che vanno a colpire i tifosi occidentali nel corso della manifestazione, l’Economist appoggia in pieno la decisione di svolgere i Mondiali 2022 in Qatar, scelta che dovrebbe essere vista come un segnale di apertura mentale e inclusione da parte del mondo del calcio e non criticata.

“L’idea di portare la Coppa del Mondo in giro nel pianeta è giusta: il Medio Oriente è pieno di tifosi, ma non ha mai ospitato l’evento prima, e non lo ha fatto neppure mai alcun paese musulmano. Se la Coppa del Mondo si doveva mai tenere in un posto del genere, il Qatar è una scelta perfetta“.

Qatar migliore di Russia e Cina anche su democrazia e dissenso politico

Cosa non si può fare in Qatar
Un murales a Doha, in Qatar.

La posizione del settimanale britannico appare, dunque, molto simile a quella espressa dal cantante Robbie Williams il quale, nonostante le polemiche, ha deciso di esibirsi durante la manifestazione poiché, dal suo punto di vista, non farlo sarebbe stato ipocrita.
Anche l’Economist ritiene che le polemiche scatenate contro il Qatar siano frutto di scarsa conoscenza dell’emirato e, soprattutto, di ipocrisia e pregiudizi del mondo occidentale, che chiude gli occhi quando gli scandali riguardano nazioni politicamente o culturalmente più ‘vicine’, ma punta il dito contro realtà che gli sono sconosciute.

“Il Qatar magari non è una democrazia, ma non è lo spregevole sistema dittatoriale raccontato negli editoriali da operetta. Il precedente emiro, senza alcuna pressione popolare, ha introdotto un qualche tipo di consultazione elettorale. Ha anche creato un canale di notizie, Al Jazeera, che parla in maniera più franca delle altre emittenti rivali del mondo arabo, anche se è tollerante con lo stesso Qatar. Ma è una cosa molto diversa da quello che accade nella Russia di Vladimir Putin, dove vieni mandato in prigione per aver definito la guerra in Ucraina come una guerra, figuriamoci per averla denunciata. E siamo lontani anni luce rispetto alla Cina, dove non è tollerato alcun accenno di dissenso politico“.

Migranti e politiche di integrazione: per l’Economist il Qatar è “più aperto” di USA ed Europa

Infine, l’Economist respinge al mittente anche gli attacchi all’intolleranza e al razzismo dell’emirato, raccontandone le politiche di accoglienza nei confronti di lavoratori e manodopera straniera.

“L’emirato è più aperto alla manodopera straniera dell’America o di qualsiasi Paese europeo. I qatarini, coloro che sono nati in Qatar, costituiscono solo il 12% della popolazione. Sebbene i migranti a volte vengano maltrattati, i loro salari sono tali che cambiano le loro vite, tanto è vero che così tanti vogliono andare in Qatar. E se il fatto di aver ospitato due volte le Olimpiadi non ha reso la Cina più democratica, l’organizzazione della Coppa del Mondo ha migliorato le leggi sul lavoro del Qatar“.