Ancora sangue e colpi d’arma da fuoco negli Stati Uniti: l’ultima sparatoria a Colorado Springs, nell’omonimo Stato, all’interno di una discoteca gay. I primi spari intorno alle 11 di sera ora locale, si contano almeno 5 vittime e una ventina di feriti.

Il locale in questione è il Gay Q di Colorado Springs, particolarmente conosciuto nell’intera città: nella sua descrizione su internet si definisce “discoteca gay e lesbica per adulti che ospita serate a tema come karaoke, drag show e DJ”. La polizia locale, tramite il tenente Pamela Castro, ha spiegato che una persona si trova in custodia come sospetto principale ed è stato assistito con le cure mediche del caso. Sul posto sono giunte 11 ambulanze e in un secondo momento l’indagine è stata ceduta ai Federali.

Sparatoria Colorado, torna l’incubo contro la comunità gay a 6 anni da Orlando

Nella conferenza stampa, la polizia ha raccontato ai cronisti che la segnalazione sulla sparatoria in Colorado è arrivata intorno a mezzanotte e che le autorità, una volta giunte sul posto, hanno subito identificato il potenziale aggressore all’interno del club. Per il momento non è stata rintracciata l’arma del delitto, così come non sono note le ragioni dietro a un simile gesto.

Le ricerche lungo il perimetro sono andate avanti per tutta la notte: l’area è tradizionalmente frequentata durante il giorno, dal momento che la discoteca fa parte di un centro commerciale alla periferia di Colorado Springs. In una nota pubblicata su Facebook, Gay Q si dice “devastata dall’attacco senza senso alla comunità omosessuale” e al tempo stesso esprime ringraziamento “per gli eroici clienti che hanno disarmato l’aggressore e posto fine a un simile attacco d’odio”.

Gli Usa tornano dunque a fare i conti con un caso di probabile odio razziale: l’ultimo in ordine temporale aveva riguardato un nightclub di Orlando dove nel 2016 morirono 49 persone. In quel frangente il killer, che aveva giurato fedeltà all’Isis, venne ucciso nello scontro a fuoco con la polizia.