Ora è ufficiale: Stefano Bonaccini si candida alla segreteria del PD. Un annuncio in realtà atteso, dopo quanto successo alle ultime elezioni politiche 2022, con il Partito Democratico che non è riuscito a sfondare con Enrico Letta alla sua guida. L’attuale presidente della Regione Emilia-Romagna ha pubblicato un post Facebook in cui ha detto:
Mi è parso giusto dirlo prima di tutto a voi e dirlo qui. Agli iscritti del mio circolo, ai compagni e alle compagne. Agli amici del mio Comune. Sono nato proprio qui e ci ho abitato. Dopo la dura sconfitta del 25 settembre e la scelta di Enrico Letta di aprire il percorso congressuale, mi sono preso il tempo per ragionare e per capire se io possa essere utile al Pd. In queste settimane tantissimi mi hanno chiesto di candidarmi iscritti ed elettori, sindaci e amministratori, donne e uomini che sono o erano nostri elettori. Persino persone di pensiero diverso che avrebbero voglia di guardare a noi con speranza, fossimo in grado di dargliela. Mi ha fatto molto piacere, ovviamente, anche se avverto il peso e la responsabilità di questa scelta perché sono consapevole di come il Pd sia necessario per la stessa qualità democratica del Paese, rappresentando ideali e valori alternativi alle posizioni più conservatrici e regressive o alle derive populiste e sovraniste che abbiamo visto scorrazzare non solo qui ma anche in Europa e in tutto il mondo occidentale.
Bonaccini si candida per guidare il PD: “Abbiamo 5 anni di opposizione”
Il politico classe 197 si è quindi auspicato di rialzare il partito all’interno di un piano quinquennale che vedrà il PD stesso all’opposizione:
Abbiamo davanti cinque anni di opposizione, ma fra cinque anni dovremo, insieme, aver costruito un Pd che vince. Che vince nelle urne e non governa per alchimie nate in Parlamento. La stagione in cui si sta al governo, anche se non si vince, è finita. Io credo l’abbiamo anche pagata. La cosa che mi preoccupa di più è lo smarrimento della nostra gente. Dalla sconfitta sono passati meno di due mesi, da una batosta simile non ci si riprende in poche settimane. Sarebbe illusorio pretenderlo e sarebbe ipocrita prometterlo. Ma sentire evocare lo scioglimento del Pd, mettere in discussione i motivi per cui siamo nati mi colpisce nel profondo. Non accetto che noi si resti paralizzati sotto i colpi di questa destra che governa o delle altre opposizioni che stanno tentando di dilaniarci. Cosa vogliamo e dobbiamo fare lo decidiamo noi.
Quindi, la chiosa:
Io sono il più convinto che ci sia tanto da fare e da rigenerare, ma dico subito che non basterà un congresso: ci aspetta una traversata nel deserto. Il compito futuro è far tornare a essere il Pd un grande partito popolare, radicato nella società, a vocazione maggioritaria, perno di un nuovo centrosinistra capace di battere la destra nelle urne alle prossime elezioni. Riportare la prossima volta il Pd al Governo ed essere riferimento anche per la famiglia socialista e democratica europea.