Lo “scandalo” riguardante lo sfruttamento dei lavorati nelle Coop Karibu e Consorzio Aid rischia di travolgere Aboubakar Soumahoro che da sempre ricopre il ruolo di paladino dei braccianti. Eppure, le ultime indiscrezioni sollevate da un’indagine della Procura di Latina vedrebbero la famiglia di Soumahoro coinvolta in quello che potrebbe essere davvero un episodio drammatico.
Stando alle parole di alcuni testimoni e raccolte dalla Procura, le due Coop sopracitate avrebbero visto lo sfruttamento dei lavoratori, costretti a lavorare in condizioni tremende, privati dei servizi essenziali. Il tema colpisce in maniera indiretta il deputato di Sinistra italiana perché le due cooperative sono gestite dalla sua consorte e dalla suocera e dunque lo scandalo è davvero dietro l’angolo.
Nella lunga intervista concessa quest’oggi, Soumahoro ha toccato tutti i temi più delicati della vicenda partendo proprio dal ruolo di sua moglie:
Liliane non possiede nessuna cooperativa, non fa parte di nessun Cda e non è mai stata all’interno del consorzio Aid. È vero che è stata una dipendente della Karibu, ma allo stato attuale è disoccupata.
Poi un racconto dettagliato sull’incontro con la sua consorte e il legame con la donna:
Ci siamo conosciuti nel corso di un evento pubblico proprio a Latina, dove ero andato insieme al mio amico Roberto Saviano. Perché io a Latina ci andavo per lottare e non ho mai visto Casapound, o chi si appoggiava a Casapound, lottare per i diritti dei braccianti. È la donna che amo e per amarla non mi serve il suo casellario giudiziario. Liliane è la persona che, quando l’Italia era in lockdown, stava da sola a casa con un neonato, mentre io giravo il Sud per distribuire mascherine ai braccianti e alle persone bisognose. Adesso, quando esco di casa, mio figlio mi dice: papà, vai a fare la libertà.
Infine un’accusa alle tante voci di questi giorni:
È la dimostrazione che è solo fango per delegittimare me e la mia lotta.
Caso Coop, Soumahoro contro Sinistra e governo Meloni
La delusione di Soumahoro è forte e palpabile in tutte le risposte concesse nel corso dell’intervista. Nelle sue parole traspare anche la sfiducia verso i colleghi di sinistra che hanno fatto poco per schierarsi in sua difesa:
Io mi sento ferito nell’anima, è come se mi stessero soffocando. Ma ho ricevuto migliaia di messaggi di solidarietà. Ringrazio Saviano, ringrazio il mio fratello e compagno Mimmo Lucano, ringrazio le attiviste e gli attivisti della comunità Invisibili in Movimento, ringrazio tutta la comunità virtuale che si è schierata dalla mia parte. Persino Maurizio Gasparri ha scritto che non ho alcuna responsabilità. Aspetto le prese di posizione degli altri…
Poi spiega:
Io sono un nemico e un bersaglio ideale per la destra, ma anche per una certa sinistra sono scomodo. Una sinistra che non riesce a schierarsi dalla parte del lavoro, che si ricorda delle donne solo l’otto marzo, che non ha un orientamento chiaro sulla pace, che non dà seguito alle promesse sullo ius soli. Questa sinistra non ha più nessun rapporto con chi pretende di rappresentare. Si presenta come una medicina per curare un’allergia, ma è lei stessa la pianta che provoca l’allergia.
Infine, un colpo anche al nuovo governo Meloni e sul piano di quest’ultima per l’Africa:
Per un africano, fatevelo dire da un italiano diversamente abbronzato, quel piano ricorda troppo i tempi della colonizzazione. Nessun governo africano farà accordi con chi esprime ostilità verso i figli e le figlie del continente. Non bisogna costruire un piano per l’Africa, ma un piano insieme agli africani. Se Meloni è d’accordo, sono pronto a farlo con lei in Parlamento.