Oggi 20 Novembre si celebra la Giornata mondiale dei diritti dei bambini e degli adolescenti, ma in Italia e nel mondo bambini e adolescenti continuano a essere vittime di disuguaglianze.
Nel nostro Paese bambini e adolescenti subiscono l’impatto di disparità socioeconomiche, educative e territoriali con effetti su salute e sul benessere psicofisico. Sempre più minori vivono in zone inquinate, in condizioni di povertà alimentare, in aree in cui mancano pediatri, consultori familiari, centri diurni e servizi per la salute mentale.
Nel mondo un bambino su due vive in paesi caratterizzati da un basso livello di inclusione a causa di povertà, guerra, cambiamenti climatici, migrazioni forzate e rischi legati all’ambiente digitale.
La data scelta per questa giornata coincide con il giorno in cui l’Assemblea generale ONU adottò la Dichiarazione dei diritti del fanciullo, nel 1959 e la Convenzione sui diritti del fanciullo, nel 1989.
Questi documenti sono la base del lavoro di protezione di tutti i bambini, in Italia e nel mondo.
È fondamentale, infatti, la protezione dei diritti di tutti i bambini per mirare ad un futuro dove non vi siano più discriminazioni e disuguaglianze.
Giornata mondiale dei diritti dei bambini: Unicef pubblica i dati
In occasione della Cop27, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici cominciata il 6 Novembre e conclusa il 18 Novembre in Egitto, l’Unicef ha pubblicato i dati sugli effetti dei cambiamenti climatici nel mondo.
Da questa analisi emerge che oltre 27 milioni di bambini in 27 Paesi del mondo, tra cui Ciad, Pakistan, Malawi e Bangladesh sono a rischio a causa di inondazioni devastanti che aumentano la possibilità di morire per annegamento o gravi malattie e che hanno come conseguenza la mancanza di acqua potabile, la malnutrizione e l’interruzione dei percorsi di istruzione.
In tutto il mondo, fino a 345 milioni di persone non hanno accesso a cibo nutriente a sufficienza. E la fame porta con sé conseguenze devastanti come la malnutrizione che rimane oggi una delle cause principali di mortalità infantile, oltre 13,5 milioni i bambini sotto i 5 anni che rischiano di morire di fame.
Ancora una volta, i dati sottolineano l’importanza di perseguire gli impegni presi e aumentare gli sforzi fatti finora per assicurare la protezione e il rispetto dei diritti dei bambini nel mondo, in un momento in cui questi sono messi particolarmente a rischio.
In Italia l’infanzia è schiava delle disuguaglianze
Le disuguaglianze che caratterizzano la vita dei minori nel nostro Paese, secondo quanto riportato da un report di Save the Children Italia sono economiche, sociali, educative e di genere.
Dal rapporto emerge che la salute è influenzata non solo da fattori medici, ma anche dalle condizioni in cui le persone nascono, vivono, lavorano, crescono e poi invecchiano. Un esempio può essere la speranza di vita alla nascita nel 2021 che è pari a 82,4 anni, ma ci sono 3,7 anni di differenza tra chi nasce a Caltanissetta (80,2) e chi nasce a Firenze (83,9).
Nonostante il sistema sanitario italiano sia uno dei migliori del mondo, ci sono enormi differenze a livello regionale, aggravate inoltre, dai due anni di pandemia.
Le parole del presidente Claudio Tesauro
In Italia l’81,9% dei bambini vive in zone inquinate dalle polveri sottili, più di un bambino su 3 nella fascia 3-10 anni è in sovrappeso e uno su 4 non pratica sport. E la povertà alimentare colpisce un bambino su 20 e la mensa scolastica non è un servizio essenziale gratuito.
In molte regioni, malattie diagnosticabili precocemente sono escluse dagli screening neonatali, mentre i ricoveri per patologie neuropsichiatriche infantili sono aumentati del 39,5% tra il 2019 e il 2021: le prime due cause sono psicosi e disturbi del comportamento alimentare.
Claudio Tesauro, presidente di Save the Children Italia ha detto:
“Questi dati mostrano la necessità di mettere la salute al centro di tutte le scelte politiche, dalla tutela dell’ambiente urbano alle mense scolastiche, fino agli spazi per lo sport e il movimento, con una particolare attenzione al tema della salute mentale degli adolescenti, fortemente colpiti dalla pandemia. Questo impegno è ancor più urgente oggi, in un Paese che attraversa una difficile fase economica e che ha toccato il picco di quasi un milione e 400 mila bambini in povertà assoluta. Per molti di loro, la povertà materiale ed educativa si traduce anche in povertà di salute e occorre fare di tutto per spezzare questo circolo vizioso, orientando le risorse disponibili sui territori che maggiormente soffrono queste difficoltà”.