All’alba è stato raggiunto un accordo conclusivo al Cop27, dopo l’approvazione di un documento finale che chiude ufficialmente i dodici giorni di incontri alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2022. I paesi hanno definito la creazione di un fondo per i paesi in via di sviluppo vulnerabili al cambiamento climatico aggravato dall’inquinamento delle nazioni sviluppate e confermato di mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi dai livelli pre-industriali, attraverso la riduzione delle emissioni del 43% al 2030 rispetto al 2019.
Detto questo, le premesse erano altre per UE e Onu che speravano in decisioni di impatto più elevato. Il vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, al termine della Conferenza ha commentato in questa maniera quanto discusso:
Quello che abbiamo davanti non è abbastanza da costituire un passo in avanti per la popolazione del pianeta. Non porta sufficienti sforzi aggiuntivi da parte degli inquinatori maggiori per un incremento e un’accelerazione delle loro emissioni.
Sullo stesso piano il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, il quale ha voluto lanciare l’ennesimo appello a tutte le parti, per maggiore consapevolezza:
Dobbiamo ridurre drasticamente le emissioni ora, e questo è un tema che questa Cop non ha affrontato. Un fondo per i loss and damage è essenziale, ma non è una risposta alla crisi climatica che spazza via una piccola isola dalla mappa, o trasforma un intero paese africano in un deserto. Il mondo ha ancora bisogno di un passo da gigante sull’ambizione climatica. La linea rossa che non dobbiamo superare è la linea che porta il nostro pianeta oltre il limite di 1,5 gradi di temperatura.
Accordo Cop27, la delusione di Timmermans: “Alcuni paesi hanno messo barriere non necessarie sulla strada”
Nella plenaria di chiusura, Timmermans ha ribadito la sua delusione rispetto alle poche azioni concrete definite durante gli incontri degli scorsi giorni, rispetto anche al documento finale approvato nella notte:
Vi chiedo di riconoscere che tutti abbiamo mancato nell’azione per minimizzare le perdite e i danni. Avremmo dovuto fare molto di più, e questo vuol dire ridurre le emissioni molto più rapidamente. Abbiamo cercato di portare tutti sull’obiettivo di 1,5 gradi, sul picco delle emissioni al 2025 e su una chiara intenzione di eliminare i combustibili fossili. Questa settimana abbiamo sentito 80 paesi sostenere questi obiettivi. Tristemente, non li vediamo riflessi qui. Alcuni hanno messo barriere non necessarie sulla strada. Ma noi non ci fermeremo dal lottare per fare di più.
Poi, ha chiosato in questa maniera:
Ci sono stati molti tentativi di tornare indietro perfino dagli impegni di Glasgow. Qualcuno ha paura della transizione, dei costi del cambiamento. Io capisco tutte queste preoccupazioni, molti europei le condividono. Ma io voglio chiedere a tutti i colleghi di trovare il coraggio di superare questo, e io tendo la mano a voi per aiutarvi. Abbiamo già perso un sacco di tempo. Ritroviamo la spinta che abbiamo avuto a Glasgow, difendiamo le ambizioni di Glasgow. Noi oggi cominciamo a preparare la Cop del 2023.
A questo punto, la palla passa a Cop28, in programma a novembre 2023. Nella speranza di decisioni ‘shock‘, in favore dell’ambiente.