Lucio Caracciolo, direttore di Limes, ricorda lo scrittore Antonio Pennacchi nella sua Latina, tra grandezza letteraria e deciso impegno politico.
La memoria di Antonio Pennacchi e la celebrazione dell’amata Latina, nelle parole di Lucio Caracciolo in un evento interamente dedicato allo scrittore
“Non c’è una casa, a Latina, in cui non batte il sole”.
Lo diceva Antonio Pennacchi. Anzi no, lo scriveva. Anzi no, forse entrambe. Sì, perché la scrittura di Antonio Pennacchi è speciale: scritta, ma quasi parlata per la musicalità che ne produce la lettura. Frutto di una prosa sopraffina e di una ricerca delle parole maniacale, mai casuale.
Scritte o dette, quelle parole lasciano intendere tutto l’amore che lo scrittore vincitore del Premio Strega nel 2010 provava per la sua città. Un amore quasi timido perché ritenere bella Latina, già Littoria, non è mica semplice da dire ai quattro venti. Sarà che le sue linee razionali sono feticcio di anni oscuri. Eppure le paludi bonificate sono state “«L’unica cosa buona che hai fatto in vita tua», pare gli abbia detto il Padreterno quando gli si presentò dinnanzi“.
Latina è Bella. Pennacchi non aveva paura di dirlo e di scriverlo, di scriverlo e di dirlo. Lo era anche più della della decantata Sabaudia. La vicina città di fondazione che, però, di città non aveva nulla. Tantomeno di bello. Nonostante Moravia e Pasolini la adorassero. Ma quella è roba “da intellettuali di sinistra”.
Ma si parlava di musicalità. Antonio Pennacchi si legge ad alta voce: ne è sicuro Lucio Caracciolo. Direttore di Limes presente al museo Cambellotti di Latina dove si è tenuto un evento – organizzato dall’associazione locale Rotary – interamente dedicato alla memoria dello scrittore scomparso poco più di un anno fa. Nella sua Latina: la città che ha ispirato magna pars della sua opera letteraria. In primis Canale Mussolini: “Il romanzo per cui sono venuto al mondo”.
Insieme a Lucio Caracciolo c’erano Rino Caputo, già Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma Tor Vergata, e l’attore Clemente Pernarella. Il quale, interpretando alcuni scritti di Pennacchi, ha dato dimostrazione pratica di quanto detto: Pennacchi è musica, Pennacchi è arte, Pennacchi è messa in scena, Pennacchi è forma e sostanza.
Lucio Caracciolo su Antonio Pennacchi, la sua “lingua raffinatissima” e le sue “idee particolari” che difendeva “anche litigando”
A margine dell’incontro, ai microfoni di Cusano Media Group, Lucio Caracciolo ci dice qualche cosa in più sull’importanza del nostro essere lì. Sull’importanza di ricordare Antonio Pennacchi. Le sue parole:
Era una persona ed uno scrittore assolutamente unico. Chi non lo ha letto si perde qualcosa. Qualche titolo: Palude, Canale Mussolini, Una Nuvola Rossa. La sua è una lingua parlata e raffinatissima. Poi era una persona con delle idee particolari, che condivideva in pubblico senza nessuna remora. Anche litigando con gli altri.
Secondo il direttore di Limes, “Pennacchi avrebbe duramente criticato Putin”
Il link tra Lucio Caracciolo ed Antonio Pennacchi è Limes. La rivista di geopolitica, diretta da Caracciolo, per cui a lungo ha collaborato Pennacchi. Ed allora, la discussione non è potuta che finire sull’attualità. Quindi, sul conflitto in Ucraina. Che, dopo l’episodio della caduta di un missile in terra polacca, sta vivendo una nuova fase:
Ho l’impressione che questa vicenda abbia segnato una svolta. Nel senso che gli americani hanno detto, molto chiaramente, che è ora di finirla. Ucraini e russi, però, non credo abbiano questa intenzione. Temo che questa guerra diventerà, forse, meno importante a livello globale ma andrà comunque avanti per molto tempo. Negoziato più vicino? No. Sono mature le condizioni per cominciare a ragionarne. Probabilmente questa guerra finirà senza che tutti i territori occupati da russi vengano liberati. Questo sarebbe un buon segno: vorrebbe dire aprire ad una tregua all’interno della quale ragione su quali territori vadano a chi.
Durante l’intervista c’era un brusio di sottofondo. Tutti parlavano di Pennacchi. D’altronde era lui il protagonista, ahi noi assente, della serata. Ed allora lo portiamo tra noi, nell’attualità, tra le cose di questi giorni. Quindi chiediamo a Caracciolo: ma Pennacchi come avrebbe commentato quello che sta succedendo in Ucraina? La sua risposta:
Me lo sono chiesto anche io. Credo non avrebbe avuto molta comprensione nella scelta di Putin, soprattutto per il metodo.
Lo avrebbe detto. Senza peli sulla lingua e magari, come era solito fare, litigando qua e là con qualcuno. Perché la passione fa fare cose tremende, ci fa alzare la voce, ci fa essere pure un tantinello antipatici di tanto in tanto. Ma ci fa dire anche quelle verità che nessuno ha il coraggio di dire. Ad esempio, che Latina è bella. E scritta da Pennacchi, lo è ancora di più.