Tra le misure che verranno inserite nella Manovra di Bilancio spunta la cosiddetta “Tassa Amazon” o “Amazon tax”.

L’idea del Governo Meloni è quella di cercare di porre un freno alle consegne effettuate con mezzi non ecologici, favorendo al contempo, il commercio di prossimità.

L’opzione, denominata anche “tassa verde”, sarà a carico delle società di distribuzione che usano mezzi inquinanti per portare a domicilio i prodotti acquistati e potrebbe essere inserita nella nuova legge di Bilancio.

Tale proposta è stata discussa dai capigruppo della maggioranza, nel corso della riunione tenutasi ieri, 18 novembre 2022, ma, di questa nuova ipotesi se ne parlava già da diverse settimane.

La tassa sulle consegne a domicilio, ha scatenato diverse polemiche tra gli addetti al settore.

D’altra parte, mentre un colosso dell’e-commerce come Amazon ha le risorse necessarie per dotarsi di mezzi più ecologici che rispettano l’ambiente, le piccole e medie imprese invece, dovranno far fronte a questi nuovi oneri fiscali.

Qualche settimana fa, Andy Jassy, amministratore delegato di Amazon, aveva già anticipato che è prevista una spesa di un miliardo di dollari per “elettrificare e decarbonizzare ulteriormente la nostra rete di trasporto entro il 2027”.

Tassa Amazon, la misura prevista dal Governo Meloni contro l’inquinamento

Della connessione tra e-commerce e inquinamento se ne discute da parecchio tempo.

Pare, infatti, che il meccanismo adottato dalle piattaforme e-commerce che prevede consegne molto più rapide rispetto al passato, abbia avuto un impatto ambientale non trascurabile.

Oggi, infatti, i corrieri risco a percorrere svariati chilometri in pochissimo tempo, raggiungendo più velocemente i compratori.

Inoltre, gli imballaggi utilizzati dalle società dell’e-commerce per proteggere i prodotti durante il viaggio, sono sempre più complessi, pesanti e inquinanti.

Fabio Iraldo, docente all’Istituto di Management della Scuola Sant’Anna di Pisa, durante un’intervista a “PresaDiretta”, aveva spiegato che:

Quando si fa un acquisto in un raggio di 15 chilometri da casa, si inquina di meno rispetto al pulmino del corriere che consegna lo stesso prodotto a domicilio”.

Cosa sostiene Netcomm

Dall’altro lato, “Netcomm”, Consorzio del Commercio Digitale in Italia, è di tutt’altro avviso.

Secondo il Consorzio, al contrario, il commercio elettronico è amico dell’ambiente.

A supporto di questa tesi, “Netcomm” ha citato uno studio della società di consulenza “Oliver Wyman e LAE”, condotto nel 2021.

secondo il rapporto di Oliver Wyman, l’e-commerce consente di ridurre da quattro a nove volte il traffico generato dallo shopping nei negozi e inoltre, le consegne ai clienti rappresentano lo 0,5% del traffico totale nelle aree urbane.

Il presidente di “Netcomm”, Roberto Liscia, aveva affermato in merito alla nuova “tassa Amazon” proposta dal governo Meloni:

La presunta ‘tassa verde’ sulla rete distributiva dell’eCommerce proposta dal governo all’interno della nuova legge di Bilancio non tiene conto del reale impatto economico e ambientale di questo settore sull’intera economia del nostro Paese”.

E poi ha proseguito, aggiungendo:

Porre un freno a un settore strategico come quello del digitale, che già sta subendo un rallentamento a causa dell’inflazione e dell’aumento dei costi tecnologici e di gestione dell’intera rete, significherebbe minare la competitività dell’Italia sul piano internazionale. E a farne le spese sono in primis le piccole e medie imprese, che hanno trovato nel digitale, in questi ultimi anni, una risorsa strategica per lo sviluppo del loro export, raggiungendo consumatori in tutto il mondo grazie all’eCommerce”.

Poi, il presidente Netcomm ha concluso:

 “Stiamo parlando di una rete che, solo nel 2019, contava 678mila imprese e oltre 290mila lavoratori. Oltretutto, in un mondo sempre più multicanale, i negozi tradizionali stessi si avvalgono di servizi di consegna a domicilio e gli effetti di un’ulteriore tassazione avrebbero conseguenze negative anche sui costi della loro attività, oltre che sui prezzi destinati ai consumatori stessi”.