Nelle ultime ore a Rimini un’ampia operazione condotta dai Carabinieri del Nas ha portato al maxi sequestro di medicinali e sostanze anabolizzanti, per un valore complessivo di due milioni di euro.

L’indagine è stata coordinata proprio dalla Procura della città romagnola ed è stata guidata dal sostituto procuratore Davide Ercolani.

L’inchiesta ha analizzato gli spostamenti delle persone indagate in varie regioni italiane e anche a San Marino. La gendarmeria dello Stato confinante con l’Emilia Romagna ha contributo attivamente nell’individuare i responsabili e porre sotto sequestro il materiale confiscato.

L’operazione ha portato all’arresto di una persona e altri dieci soggetti sono indagati per gli stessi capi di reato.

L’accusa ipotizza che l’organizzazione fosse basata proprio nella zona tra Rimini e la Repubblica di San Marino: in quest’area infatti gli indagati si occupavano dell’importazione, produzione, stoccaggio e distribuzione in tutta Italia di sostanze dopanti e stupefacenti. L’inchiesta ha raccolto prove secondo cui l’attività fosse ramificata in tutto il territorio nazionale attraverso centri di distribuzione locale che operavano in qualità di affiliati.

Da ciò le forze dell’ordine sono arrivate a perquisire le residenze dei soggetti ritenuti responsabili dell’attività illecita: all’interno degli appartamenti e alcuni magazzini sono state sequestrate decine di migliaia di medicinali, sostanze anabolizzanti e stupefacenti. Tutte le sostanze farmaceutiche confiscate sono notevolmente pericolose per la salute pubblica.

Complessivamente l’operazione ha interessato le province di Rimini, Roma, Pesaro Urbino, Asti, Vicenza, Monza Brianza, Verbano-Cusio Ossola e Genova.

Rimini sequestro anabolizzanti: un sammarinese in arresto

L’efficiente cooperazione internazionale delle forze dell’ordine e la rapida rogatoria giudiziaria internazionale intrapresa con il Commissario della Legge di San Marino hanno permesso di arrestare, proprio su territorio di San Marino, un uomo sammarinese nella cui proprietà è stato rinvenuto materiale stoccato in grandissimi quantitativi di nandrolone, steroidi anabolizzanti, testosterone, ormone della crescita e altre varie tipologie di sostanze anabolizzanti. Il valore di mercato al dettaglio dei prodotti confiscati supera i due milioni di euro. A carico dell’uomo fermato sono contestati i reati di attentato alla salute pubblica mediante la fabbricazione, corruzione, adulterazione, messa in circolazione di sostanze alimentari o medicinali.

Nello stesso intervento sono stati anche trovati circa 300 mila euro in contanti: la somma è stata sequestrata con l’ipotesi essere provento dell’illecita attività di vendita dei suddetti prodotti.

L’operazione ha portato poi a perquisire le proprietà immobili di altre cinque persone nelle quali sono state scoperte analoghe anabolizzanti e steroidi. Ciò, come evidenziato degli investigatori, sarebbe una prova della vendita illegale anche al di fuori dei confini dello Stato sammarinese.

Rischio considerevole per la salute

L’inchiesta è partita da un monitoraggio delle spedizioni postale dirette in Italia dalla Repubblica di San Marino. Già in passato, erano stati sequestrati pacchi contenenti complessivamente 2,5 kg di nandrolone. All’epoca l’episodio era valso l’arresto in flagranza del responsabile. L’indagine successiva ha permesso di ricostruire la rete di collegamento: pare infatti che l’uomo fosse uno dei componenti della presunta organizzazione che operava nel sammarinese nella vendita illegale di anabolizzanti. 

Il nandrolone è uno steroide anabolizzante derivato dal testosterone e spesso è utilizzato in campo sportivo per aumentare le prestazioni. La diffusione di questa sostanza dopante è legata al vantaggio di poter aumentare velocemente la massa muscolare senza aumentare il grasso corporeo e scongiurando il rischio di catabolismo, ossia la distruzione dei muscoli dovuti ad allenamenti intensi. Il nandrolone quindi permette di aumentare la perfomance fisica e la resistenza allo sforzo. Gli anabolizzanti oltre ad essere proibiti per alterare i risultati di gare sportive possono creare gravi rischi nella salute.

La pericolosità dei prodotti messi illegalmente sul mercato è stata confermata dalle analisi chimico-tossicologiche che hanno riscontrato anche la presenza di sostanze, come la sibutramina, bandite dal commercio poiché assai nocive e responsabili, in altre circostanze, di episodi di decessi, nonché di intossicazioni epatiche e renali. La pericolosità era anche accresciuta dalle miscelature tra più prodotti.