A poco più di ventiquattro ore dall’avvio dei mondiali, il presidente della Fifa Gianni Infantino ha preso parte alla conferenza stampa di presentazione della kermesse internazionale più importante del mondo dello sport. Le sue parole tendono ad andare oltre le polemiche degli ultimi giorni, in cui veniva criticato l’estremismo qatariota e la gestione di alcune vicende mal digerite dall’opinione pubblica internazionale: “Oggi ho belle sensazioni – ha dichiarato Infantino –. Mi sento qatariota, mi sento africano, mi sento arabo, mi sento migrante, mi sento gay, mi sento un lavoratore migrante. Sono un figlio di lavoratori migranti. I miei genitori hanno lavorato molto duramente e in difficili condizioni. Ricordo come gli immigrati venivano trattati alle frontiere, quando volevano le cure mediche”. Per il presidente della Fifa, il Qatar conserva diverse analogie con le sue radici. L’infanzia caratterizzata dal trasferimento dall’Italia in Svizzera è un déjà-vu rivissuto in prima persona in questo periodo: “Quando sono diventato presidente della Fifa, ho voluto vedere qui le sistemazioni dei lavoratori stranieri e sono tornato alla mia infanzia. Ma come la Svizzera a poco a poco è diventata un esempio di integrazione, così sarà per il Qatar”.
Infantino e il mondiale: “Sarà l’evento più bello degli ultimi anni”
Sul mondiale in Qatar, Infantino difende la scelta della Fifa e respinge le critiche piovute dal mondo occidentale: “Quello che sta accadendo in questo momento è profondamente ingiusto – ha affermato Infantino –. Le critiche al Mondiale sono ipocrite. Per quello che noi europei abbiamo fatto negli ultimi 3000 anni dovremmo scusarci anche nei prossimi 3000 prima di dare lezioni morali agli altri. Noi creiamo frontiere, rendiamo molte persone illegali nel tentativo di entrare nei nostri Paesi e molte ancora perdono la vita, in Qatar i lavoratori stranieri hanno tutto, anche l’assistenza sanitaria”. L’ex segretario Uefa rincara la dose sulla posizione contrariata del calcio europeo, professandosi fiducioso e assicurando che quello in Qatar sarà l’evento calcistico più emozionante degli ultimi anni: “Queste lezioni morali sono solo ipocrisia. Sono stato spesso bullizzato da bambino per il mio accento italiano in Svizzera e per i capelli rossi, ora sono orgoglioso di essere qui e di questo evento che sarà il più bello spettacolo calcistico mai visto. Se si è orgogliosi della propria strada e si è convinti che sia quella giusta, bisogna aiutare gli altri a percorrerla”.
Il valore sociale di un’iniziativa unica
Infine, Infantino ha anche spostato il proprio obiettivo sul valore sociale che un’iniziativa così importante ha avuto per il mondo asiatico: “L’anno scorso, quando i talebani hanno ripreso il controllo dell’Afghanistan e gli americani hanno lasciato il Paese, con l’aiuto del Qatar siamo riusciti a salvare e ad accogliere 160 persone. E nel mentre molti Paesi europei e americani chiudevano invece le porte. Inoltre, per la prima volta nella storia, undicimila persone hanno volato da Israele a Doha, ebrei e palestinesi sugli stessi aerei”. Infantino ha rassicurato anche sull’accoglienza per i membri della comunità LGBTQ: “Siamo stati rassicurati che tutti avranno la giusta accoglienza. Se qualcuno dice il contrario, non sarà l’opinione della Fifa e nemmeno quella del Paese. Divieto di bere birra? Personalmente penso che i tifosi possano sopravvivere senza bere birra per tre ore”.