C’è grande tensione nel Governo presieduto da Giorgia Meloni in merito alla Manovra (o Legge di Bilancio), il maxi pacchetto economico che traccerà il disegno del 2023. Settimane calde per il ministro Giancarlo Giorgetti, il quale mette le mani avanti e si affretta a definire “mere ipotesi” le indiscrezioni riportate dalla stampa, sottolineando che è “in corso una valutazione politica”.

Tra le misure “contestate” in merito alla loro futura applicazione c’è quella del cuneo fiscale: il 2% attualmente in vigore e introdotto da Mario Draghi scadrà a fine anno e non dovrebbe essere rinnovato per i redditi inferiori ai 35mila euro: ma si parla sempre e soltanto di ipotesi. Ciò che però vuole essere chiaro è “la volontà del governo di rinnovarla per il prossimo anno e di aumentarla per i redditi più bassi dei lavoratori”.

Manovra e taglio del cuneo fiscale, l’appello di Confindustria

Si cerca dunque di arrivare a una soluzione univoca e che accontenti tutti. Il taglio del cuneo fiscale è richiesta diffusa e per il momento esclusa dalla Manovra del 2023, per rifinanziare il 2% occorrono 3,5 miliardi di euro (ma l’intenzione sarebbe di alzare l’aliquota al 3%). Guardando al campo del secondo settore, Confindustria chiede lo stanziamento di 16 miliardi di euro: di questi, 10,7 a favore della riduzione dell’aliquota dei lavoratori e i restanti 5,3 a sostegno dei datori di lavoro.

A testimoniare l’intento di fare il possibile con quanto si ha a disposizione è la premier Giorgia Meloni. In un post su Twitter il presidente del Consiglio conferma di essere al lavoro su una legge finanziaria “attenta a famiglie e imprese, con particolare attenzione ai redditi bassi“. Nel proseguimento del messaggio si legge inoltre di una riunione convocata ieri “tra le forze di maggioranza e i ministri competenti” per preparare al meglio in Consiglio dei Ministri in programma lunedì.

Tra le ipotesi allo studio dell’Esecutivo l’azzeramento o riduzione dell’Iva per pane, pasta e latte.