Il candidato favorito è lui ma le probabilità che il cerchio si chiuda sono tutt’altro che scontate: l’ipotesi della nomina di Luigi Di Maio a inviato dell’Ue nel Golfo è ormai un caso. Il panel dei tecnici del Servizio di Azione Esterna europeo ha raccomandato, per iscritto, all’Alto Rappresentante Josep Borrell che il profilo dell’ex titolare della Farnesina è il più adatto per ricoprire la carica di emissario dell’Ue in una regione cruciale sul fronte energetico. A decidere, tuttavia, sono in ultima istanza gli Stati membri. E su Di Maio pesa un’ombra: quello che a non sostenerlo sia proprio l’esecutivo del suo Paese di origine. In Italia e in Europa infatti, parte della maggioranza è sulle barricate. L’europarlamentare della Lega Paolo Borchia ha presentato un’interrogazione indirizzata a Borrell. Mentre a Roma il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri ha sottolineato con nettezza come la premier Giorgia Meloni non possa sostenere la candidatura. A difendere Di Maio, almeno per ora, ci ha pensato Pierferdinando Casini: “Sarò un po’ all’antica, ma tifo sempre per l’Italia”, ha commentato.
Ma il governo italiano, ovvero la premier, sarà d’accordo? A Bruxelles se lo chiedono. Anche perché, con la nomina in dirittura d’arrivo, sono in attesa di un input dell’esecutivo. “Non è la proposta di questo governo, ma di quello precedente”, ha spiegato il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Senza rivelare se, alla fine, Roma sosterrà o meno la candidatura. Insomma, nulla ancora è deciso. E non si escludono colpi di scena.