Luigi Di Maio è stato indicato dai tecnici dell’Ue quale inviato speciale nel Golfo Persico. Il conferimento della nomina ufficiale spetterà all’Alto rappresentante per la politica estera europea Josep Borrell.
Di Maio, Ue: “Sarà inviato speciale nel Golfo Persico”
Stando a quanto si apprende, Luigi Di Maio è stato designato come migliore candidato all’interno di una quaterna nella quale spiccano figure quali il politico cipriota Markos Kyprianou oltre che Jan Kubis che ha ricoperto in passato l’inviato delle Nazioni Unite in Libia.
Non ultimo si segnala anche l’ex ministro degli Esteri e Commissario europeo per le migrazioni, gli affari interni e la cittadinanza Dimitris Avramopoulos. Proprio nei confronti di quest’ultimo il Governo greco starebbe spingendo particolarmente. L’ex ministro Di Maio, prima dell’indicazione da parte dei tecnici, ha dovuto affrontare una serie di colloqui mirati all’accertamento delle prestazioni dei vari candidati.
Quale sarà il compenso di Di Maio?
Il trattamento previsto per l’incarico che andrà a ricoprire Luigi Di Maio include dodicimila euro netti al mese, con tassazione agevolata Ue e copertura di tutte le spese, compreso ovviamente lo staff. E poi, status di diplomatico con relativo passaporto e immunità.
Gasparri: “Bloccate la nomina”
La nomina di Di Maio di inviato speciale nel Golfo Persico ha fatto infuriare Maurizio Gasparri di Forza Italia, che ha dichiarato:
Nella nota attribuita a fonti Ue sull’eventuale incarico di Di Maio come inviato speciale si rileva che le proposte provengono dai governi. Mi auguro che il governo Meloni chiarisca che non può essere certamente in questa fase, con un nuovo governo, Di Maio ad essere designato dall’Italia, non avendo i requisiti, le caratteristiche e soprattutto la preparazione per un incarico così delicato. Se la designazione è stata fatta dal governo precedente, cioè sarebbe stata una sorta di auto candidatura visto il ruolo che lo stesso Di Maio ricopriva, basta dire che non è più condivisa dal governo attuale e in ogni caso questa vicenda va conclusa. C’è un governo nuovo in carica che ha tutto il diritto di modificare eventuali designazioni del governo precedente”.