#RIPTwitter, hashtag che si avvicina rapidamente al milione di tweet in cui è stato citato, viene presto affiancato dai fratelli #TwitterDown e #TwitterTakeover. Completano la galassia #Mastodon, dal nome del social alternativo verso cui gli utenti potrebbero spostarsi (ma che sembra non riscuotere grande interesse, sulla scia per esempio di Clubhouse), e #lovewhereyouworked.
Insomma, il popolo del web sta commentando su Twitter la morte di Twitter, almeno così come l’abbiamo conosciuta. La linea prevalente è quella dell’ironia e della comica (basti vedere chi vede un parallelismo con l’affondamento del Titanic), ma la situazione reale è potenzialmente esplosiva.
#TwitterDown, un weekend di riflessione per Elon Musk
Con il passare delle ore iniziano a emergere sempre più dettagli su ciò che starebbe accadendo negli uffici di Twitter a New York. L’hashtag #TwitterDown sale nel giro di pochi secondi in tendenza e segna il diffuso sentiment che sia vicina la fine di un’era. Già ieri sera la versione dell’app utilizzata dai dipendenti interni ha subito crash e rallentamenti che potrebbero aver creato ripercussioni anche sulla versione “di massa”, almeno durante la notte.
Mentre gli analisti e gli esperti in materia di comunicazione e di social media cercano di interpretare quanto sta accadendo, le proporzioni dell’esodo di massa cominciano a farsi sempre più interessanti. Per esempio cominciano a emergere chat relative alla giornata di ieri in cui i dipendenti dell’azienda si consultavano tra di loro per capire come comportarsi: Slack e Signal le piattaforme più diffuse, secondo la Cnbc che riporta l’indiscrezione una buona fetta ha scritto ai colleghi per comunicare il proprio addio. Ma anche l’app Blind per i sondaggi anonimi, che contiene i dipendenti verificati tramite mail aziendale, ha certificato un 42% di dipendenti pronti a lasciare la nave.
Ma oltre all’analisi quantitativa della fuga da Twitter c’è quella qualitativa da analizzare, ossia quali settori sono stati maggiormente colpiti dall’esodo. Il reparto di ingegneria pare essere il più a rischio secondo alcuni fonti interne che preferiscono rimanere anonime, veri e propri team che rappresentano asset importanti per la compagnia. Emblematico il messaggio riportato dalla Cnbc, nel quale un dipendente afferma che “a società, che ora rischia seriamente di non riuscire a riprendersi”. Un vero e proprio schiaffo a centinaia di professionisti, secondo cui “Elon non ci ha dato alcun motivo per restare, al contrario ce ne ha dati molti per andarcene“.
E in tutto questo Musk che fa? Nonostante il suo profilo sia stato preso d’assalto da messaggi in cui gli viene domandato se Twitter potrà davvero essere chiuso, il tycoon scherza e si rifugia dietro una serie di meme che celebrano la morte del popolare social. Lui stesso si è detto moderatamente preoccupato, poiché sicuro i migliori cervelli resteranno. Ma la realtà potrebbe essere molto distante dalla facciata: resosi conto di aver sparato molto fuori dal vaso, il miliardario ha presieduto una serie di assemblee con i capi dei dipartimenti chiedendo di ripensarci. In molti casi invano.
Una nota della società ha comunicato che gli uffici aziendali saranno chiusi fino a lunedì (senza fornire spiegazioni a riguardo, ma evidentemente non ne servono) e ha invitato i dipendenti al silenzio.