Nuovo album per Francesco Guccini: a distanza di dieci anni dal suo ultimo lavoro, esce oggi 18 novembre 2022 il nuovo lavoro “Canzoni da intorto”. Il nuovo album del maestro del cantautorato italiano, autori di successi intramontabili torna con questo album disponibile solo in un’edizione fisica: lo streaming non è contemplato!

Nuovo album di Francesco Guccini

Nuovo album di Francesco Guccini: esce oggi 18 novembre “Canzoni da intorto”, questo è il titolo del suo nuovo lavoro che ritorna dopo dieci anni da “L’ultima Thule” pubblicato nel 2012. Francesco Guccini lo definisce un concept album, un’operazione folle in cui però viene espressa tutta la sua anima e il suo spirito più puro. L’album è composto da undici brani che toccano i temi da sempre cari al cantautore, quelli che ha sempre affrontato con molta franchezza e naturalezza: dalla lotta sociale al lavoro, dalla cultura popolare alla politica… Temi che anche in questo suo ultimo disco arrangia in chiave folk e con richiami alla musica balcanica tanto amata dallo stesso cantautore.

I brani di “Canzoni da intorto”

Un album composto da ben undici brani che richiamano al valore culturale tanto caro allo stesso Guccini, come fosse una sorta di biografia musicale: a partire dall’omaggino a Fausto Amedei e alla sua “Ballata per i morti di Reggio Emilia” che fa riferimento ai fatti tragici accaduti nella città il 7 luglio del 1960 quando ci furono i moti popolari contro il governo Tambroni, rivolte che portarono molti morti in occasione delle rivolte. Ancora omaggi che ripercorrono l’intero album: alle milanesi “El me gatt” e “Ma mi” di Fiorenzo Carpi De Resmini e Giorgio Strehlerentrata a far parte del repertorio tradizionale delle canzoni popolari milanesi e in quello della Resistenza e che racconta di un partigiano catturato dai nemici, che resiste quaranta giorni e quaranta notti alle percosse dei carcerieri neri e alle lusinghe del commissario, senza confessare o rivelare nulla sui suoi compagni.  Altro omaggio ad Enzo Jannacci con “Sei minuti all’alba” e al canto epico-lirico “Barun Litrun”, conservato nell’opera I canti popolari del Piemonte di Costantino Nigra. Si continua con “Le nostre domande”, poi c’è l’inglese “Green Sleeves”, “Addio Lugano” scritta da Pietro Gori nella settimana trascorsa in carcere per un ordine di espulsione, è una poesia anarchica, datata 1895 e diventata nel 1899 un vero e proprio inno dell’intero movimento operaio italiano; poi c’è ancora “Quella cosa in Lombardia”, “Tera e aqua” e “Nel fosco fin dal secolo” che Guccini definisce “la nonna” della sua Locomotiva per via dello stesso stile retorico ma anche tragico di certi versi, un canto di rivolta, che ha come tema centrale l’avvento della dinamite. 

Il significato di “Canzoni da intorto”

Il nome del nuovo album “Canzoni da intorto”, come ha dichiarato lo stesso Guccini in un’intervista, fu scelto da sua moglie Raffaella che pronunciò questa frase durante un pranzo coi discografici della BMG e fu accolta con entusiasmo irrefrenabile come titolo definitivo di un disco che in quel momento non soddisfaceva totalmente l’artista. “Canzoni da intorto” secondo la moglie è un’illazione maliziosa anche se parzialmente affettuosa: secondo sua moglie infatti sembrerebbe che alcune canzoni cantate in allegre serate con amici, servissero solo ad abbindolare innocenti fanciulle le quali, rese vittime dal fascino di quelle canzoni, si piegavano ai turpi voleri e desideri di Francesco Guccini. Lo stesso artista le definisce  “canzoni marginali, che nessuno conosceva, ma che hanno una storia dietro… Quindi in questo modo sono canzoni ‘fighette’, forse l’intorto è proprio questo”.